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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Qui sotto alcune delle foto più affascinanti tratte da questa vacanza in camper
in Francia e Spagna, in particolare nei Paesi Baschi. Segue un divertente e interessante diario di viaggio
pieno di informazioni e aneddoti che descrive l'intero itinerario.
Se non le avete ancora lette, date un'occhiate alle informazioni di viaggio e alla mappa
dell'itinerario qui: www.wildtrips.net/francia-spagna-camper.htm.
Un venerdì sera di luglio lasciammo la Riviera Ligure e con smania e gioiosa
assenza di programmi partimmo in direzione Spagna a bordo di un
furgone camperizzato col tetto a soffietto. Dopo cinque ore di
noiosa autostrada tra Liguria e Costa Azzurra, ci fermammo ad
Aix-en-Provence quando era ormai l’una di notte.
Il mattino dopo, facemmo due passi nel grazioso centro città e ripartimmo presto,
alternandoci alla guida. Superammo Montpellier, Narbonne, Carcassonne, Tolosa, Pau… e di pomeriggio finalmente lasciammo
le autostrade e ci dirigemmo verso i Pirenei. Ci fermammo
nell’affascinante paese medievale di Saint-Jean-Pied-de-Port: da questa cittadina parte il lungo e intenso
Cammino di Santiago. C'erano molti turisti a visitare la sua bella
cittadella storica.
Pochi chilometri dopo
arrivammo al Passo di Roncisvalle e quindi in Spagna. Scendemmo
verso Pamplona, che era la destinazione principale del nostro itinerario di viaggio nei Paesi Baschi. Erano le
sette di sera quando entrammo in città, accolti da immagini
surreali. Gruppi di centinaia di persone, tutte vestite di
bianco con cinture e fazzoletti rossi, ci attraversavano la
strada. Era infatti il primo giorno della settimana di festa di
San Firmino, quella raccontata da Hemingway nel romanzo Fiesta.
Parcheggiammo vicino
ad altri camper, in una vasta area, poco lontana dal centro,
dedicata ai viaggiatori vagabondi. L’igiene era qui un lontano
ricordo: la gente ubriaca dormiva nei prati, che erano pure i
bagni!
Salimmo fino alle
mura di Pamplona e al suo centro storico. Era un autentico
sfascio. Vicoli pieni, gente ubriaca, musica alti, balli, odori
forti…
A Pamplona,
durante la settimana di San Firmino, tutte le mattine alle 8
viene tenuto l’encierro, la corsa coi tori. Era la prima domenica di festa, quindi c’era
parecchia confusione: baschi, turisti, corridori e rottami
ubriachi della notte prima. Per trovare un buon posto, c'eravamo dunque svegliati molto presto, alle 6. C’era gente
arrampicata ovunque. Molti erano in strada, dove correvano i
tori, per correre con loro e provare a toccargli le corna. La polizia cacciava di
malo modo dalla via quelli troppo ubriachi o chi indossava
uno zaino. La gente appollaiata sulle recinzioni veniva buttata
in strada. I tori apparvero
all’improvviso, imponenti e veloci, e qualcuno cadde per terra, senza gravi incidenti. Poco
dopo passarono delle mucche, correndo, ma nessuno le considerò.
Hashtag sessismo.
La “Plaza de Toros” era la meta finale
della corsa. Nella confusione trovammo posto sulle ringhiere delle
gradinate.
Le tribune erano
colme di spettatori che cantavano e urlavano, mentre quelli nell’arena
inseguivano i tori che a turno, uno per volta, venivano rilasciati nella Plaza de Toros.
Diverse persone nell'arena finivano gambe all'aria e a uno furono portati via i pantaloni, con gran divertimento del pubblico.
Lasciammo l’arena e
il delirio continuò per la città. Feste e gente ad ogni ora. Fu
il momento delle processioni tradizionali di Pamplona, manifestazioni
insolite coi crocifissi che
s’alternavano a sagome che prendevano in giro vescovi e papi.
C’erano bande di musica religiosa e bande goliardiche, si ballava rideva e festeggiava.
Dopo pranzo tornammo
al pullmino e lasciammo Pamplona
dirigendoci verso San Sebastian, bella città basca sulla costa settentrionale della Spagna. Un’ora dopo eravamo
sulla bellissima baia della Concha, su cui si affaccia la città.
L’arco di spiaggia è frequentatissimo e chiuso da due promontori
e un isolotto. Girammo per il centro, fermandoci poi
sulla spiaggia della seconda baia di San Sebastian,
quella di Zurriola.
Cenammo con dei pintxos (ovvero le
tapas di San Sebastian), che sono gustosi piatti di assaggi, e dormimmo in campeggio. Il giorno dopo
noleggiammo tre canoe e
pagaiammo lungo le selvagge scogliere a ovest della città.
Fu un bell'itinerario di tre ore, sulla bella costa dell'Oceano Atlantico, in fondo al Golfo di Biscaglia.
Per ammirare uno splendido panorama di San Sebastian bisogna andare sul Monte Igeldo. L’ingresso è a
pagamento e sulla cima ci sono un parco giochi e un immenso
hotel, ma ne vale la pena per la vista sulla baia della Concha.
Riprendemmo il nostro itinerario di viaggio in camper lungo la costa, verso ovest, ammirando begli scorci e belle spiagge, ma
anche cittadine rovinate da un’eccessiva cementificazione, come a Zarautz, che era però pure un
paradiso per i surfisti, col suo lunghissimo spiaggione.
Getaria era
più piccola e caratteristica, col suo porticciolo. Zumaia
era molto costruita, ma affascinava per le vicine scogliere.
Quando fu sera ci
fermammo a cenare a Mutriku, un caratteristico
paesino di pescatori con un orrido grattacielo in
mezzo.
Dopo una notte in un parcheggio, ammirammo la bella spiaggia di Barreiatua, poco prima di
Ondarroa (sono tutte località dei Paesi Baschi, lo giuro, non sto inventando nomi a caso).
Continuammo poi la vacanza lungo la
tortuosa strada sul mare. Ora la costa era più selvaggia, priva
di spazi dove costruire e rovinarla. Quando arrivammo in vista
di Lekeitio ci fermammo ad ammirare un bel panorama.
Parcheggiammo e iniziammo a camminare in un
bosco prima e su un ampio prato verde poi, scoprendo angoli di
paesaggio davvero notevoli, tra i più belli del nostro itinerario di viaggio nel nord della Spagna. Lekeitio sembrava una bella
cittadina, molto costruita, ovviamente, ma non rovinata.
Davanti alla spiaggia c’era un isolotto
collegato alla terraferma da una lingua di sabbia. Andammo a
visitarlo, ma presto la marea iniziò a salire e ci affrettammo a
tornare indietro. Si potevano affittare tavole da surf e da SUP.
A metà pomeriggio
riprendemmo il camper e in autostrada arrivammo
fino a Bilbao, una delle città
più grandi dei Paesi Baschi, ma fu sorprendentemente semplice arrivare in centro e
parcheggiare a due passi dal Guggenheim Museum.
Questo originale
edificio, costruito nel 1997 per ridare lustro al lungofiume di
Bilbao, è uno dei massimi esempi di architettura moderna. Le curve
delle sue pareti di lamiera hanno forme sorprendenti e
riflettono la luce del sole e i colori cangianti del fiume.
Bilbao era una bella città, ben tenuta, ricca, che
coniugava storia e modernità.
C’erano numerosi
ristoranti che offrivano menù tra i quindici e venticinque euro.
Scegliemmo quello che ci attirava di più e cenammo all’aperto,
in un vicolo vivace, sentendoci proprio in vacanza, e a Bilbao per di più.
Il mattino dopo guidammo fino a
Zarautz, dove affittammo due tavole da surf.
Lasciammo la
gigantesca spiaggia e guidammo fino a Pamplona. Arrivammo verso
le 5 del pomeriggio con l’obiettivo d’assistere alla corrida.
Infatti, tutte le sere alle sei, durante la settimana di San
Firmino, i tori che hanno corso al mattino nell’encierro vengono
uccisi nella Plaza de Toros. In linea di principio, non
approvavamo lo spettacolo, ma volevamo farci un’idea di persona.
Essendo una sera infrasettimanale c'era un po' meno confusione, ma per trovare i biglietti
dovemmo affidarci al bagarinaggio, spendendo tra 20 e 35 euro a testa.
Per un itinerario di viaggio nei Paesi Baschi la corrida è imperdibile,
ma fu anche uno spettacolo crudo, in cui il toro era affrontato a turno dal picador, un cavaliere
con una lunga lancia, dai
banderilleros, che gli correvano incontro
e gli infilzavano le banderillas nel collo, dai peones, che coi drappi stancavano e distraevano il toro,
e infine dal matador. Era lui, ovviamente, il centro dello spettacolo della corrida.
Tuttavia, questo non era un bravo matador: mancò il colpo finale con la spada varie volte e venne fischiato dal pubblico.
Alla fine, il povero toro fu ucciso da uno dei peones. Fu uno spettacolo per noi impressionante, ma il pubblico sugli
spalti beveve e mangiava e rideva e cantava e festeggiava in un bellissimo delirio collettivo.
Ci furono poi altri 5 tori, con matador più o meno bravi, ma noi preferimmo concentrarci sul simpatico pubblico festante.
Lasciata la corrida continuammo la vacanza nei Paesi Baschi caratteristici girando per Pamplona. Le strade del centro
erano sempre in festa.
Il giorno dopo, invece, abbandonammo i Paesi Baschi
iberici e ci fermammo a Hendaye, in Francia, subito dopo il
confine.
Qui facemmo una camminata verso la
costa selvaggia a est della città. L’ampia baia era infatti
chiusa da un piccolo promontorio verdeggiante dalle pareti
scoscese. Continuando a piedi dalla lunga spiaggia fino a sotto
le scogliere incontrammo paesaggi magnifici.
A un certo punto decidemmo di
salire ripide tracce di sentiero fino alla cima delle scogliere.
Qui incontrammo sentieri battuti e prati verdi. C’era una
splendida vista.
Concludemmo il nostro giro ad anello tra mare e colline e ripartimmo. Guidammo
fino alla vicina St Jean de Luz, dove trovammo posto in
un bel campeggio sul mare, ci tuffammo nell’Atlantico, che quel luglio era
particolarmente caldo, e camminammo
per il caratteristico centro di Saint Jean de Luz.
C’erano
numerosi turisti che affollavano i ristoranti. Ne scegliemmo uno
in base ai menù a prezzo fisso. Mangiammo conchiglie e lumache e
cozze di primo e una ricca zuppa di pesce di secondo. Dopo la
mousse al cioccolato, ci alzammo da tavola soddisfatti: una cena
più tipicamente francese non era possibile.
Il mattino dopo ci
svegliammo con la prospettiva di guidare per parecchi chilometri.
Volevamo fermarci a Biarritz per una pausa, ma a causa
dell’intenso traffico non trovammo parcheggio. Allora,
all'insegna della più folle improvvisazione dell'itinerario,
salutammo i Paesi Baschi, prendemmo l’autostrada e andammo in
Camargue, distante 570 chilometri. Dopo sei ore d’auto
trovammo facilmente posteggio, a Saintes Maries de la Mer.
Saintes Maries de la
Mer è una bella cittadina sul mare, molto particolare con le sue
case bianche. Vedemmo tra l'altro diversi cavalli: tra le maggiori attrattive turistiche
della Camargue ci sono le cavalcate sui sentieri, tra le paludi e i
fenicotteri rosa.
Dopo avere dormito in un posto appartato, ci svegliammo in
un bel paesaggio paludoso, tra specchi d’acqua stagnante e
tranquilli fenicotteri. Vagammo per un po’ per quel
caratteristico panorama della Camargue, quindi continuammo il nostro viaggio nell'Ardèche...
di cui parliamo qui, con informazioni, foto e diario di viaggio sulla discesa in canoa dell'Ardeche.
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