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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Qui sotto alcune delle foto più affascinanti dal Marocco e un divertente e interessante diario di viaggio,
pieno di informazioni e aneddoti, che descrive l'intero itinerario.
Se non le avete ancora lette, date un'occhiate alle informazioni di viaggio e alla mappa
dell'itinerario qui: www.wildtrips.net/marocco.htm.
Ero già stato in vacanza in
Marocco, ma non a Marrakesh e dintorni, le zone forse più
affascinanti del paese. Quattro amici e io
decidemmo così di rimediare a tale grava mancanza. Atterrati
all’aeroporto di Marrakesh ritirammo l’auto a noleggio e
partimmo subito in direzione Ait Benhaddou, la prima
tappa del nostro itinerario di viaggio un po' pianificato e molto improvvisato.
La strada percorreva
selvaggi paesaggi montani e quando arrivammo nei pressi della meta
s’iniziò davvero col botto: dalla strada si godeva di una vista
da cartolina.
Ait Benhaddou è
infatti un paese di case di fango circondato da spoglie colline.
La cittadella, arroccata in posizione spettacolare su uno dei colli,
è bella, famosa e protagonista di diversi film.
Parcheggiammo e, per
raggiungere la cittadella, percorremmo a piedi le viuzze del
villaggio color sabbia ai suoi piedi. Respirammo subito l’atmosfera unica del Marocco.
Un paese ricco di bellezza e di storia, dove tutti i sassi, le
capanne e i cous-cous emanano un’aura di cultura marocchina.
Per lo straniero, il viaggio diventa così un continuo
susseguirsi d’emozioni.
Una volta
attraversato il villaggio, ci trovammo in una piana pietrosa con
di fronte la maestosa rocca. Guadammo un ruscello e iniziammo a
esplorare la cittadella.
Stupiti
dall’imponenza della fortezza, ma anche dalle decorazioni nelle
sue mura fangose, la visitammo fino a goderci il primo tramonto della nostra vacanza.
Riprendemmo
l’auto e ci fermammo presto, non
appena notammo un alberghetto, in un villaggio malridotto con un mercato vivace e un'atmosfera allegra.
La nostra prima
cena marocchina fu nel ristorante più appiccicoso della Galassia.
Assieme a un carrello
con fagiolame, piadine e carne arrivarono dei gatti che
iniziarono a strusciarsi su di noi. Oltre a farci delle grosse risate apprezzammo
molto le pietanze, tutte estremamente gustose. Si sa che lo
sporco condisce meglio di qualsiasi altra cosa.
Il diario di viaggio continua nella vicina Ouarzazate.
La parte storica di Ouarzazate
era dotata di una fortezza e di case color sabbia come Ait
Benhaddou. Non era altrettanto spettacolare, ma ci piaceva lo
stesso: anzi, essendo abitata, era più caratteristica della fortezza-monumento di Ait
Benhaddou.
La meta successiva del nostro itinerario di viaggio nel Marocco central era la valle del Dades, che raggiungemmo
attraversando minuscoli villaggi di catapecchie, fiumi in secca,
pianure brulle e qualche piccola fortezza color sabbia
ammucchiata qua e là. Lungo il nostro itinerario di viaggio contammo circa 1708946,3 fortezza.
La valle del Dades
è racchiusa tra montagne rosse. Al suo interno, trovammo
villaggi e campi coltivati dato che il Dades è una delle poche aree
fertili in questa parte del Marocco. Percorremmo in auto la valle,
buttando lo sguardo a destra e a sinistra per ammirare il
paesaggio, fino a quando questa divenne un canyon. La strada
saliva a tornanti e s’arrivò a godere di belle viste su tutto il
Dades.
Tornando indietro,
dopo un buon pranzo con couscous e tajine e altri piatti tipici,
decidemmo di fare la prima camminata del nostro itinerario di viaggio in Marocco. Erano le tre del pomeriggio
quando parcheggiammo e decidemmo di salire su un monte a caso
di quelli vicini. Partimmo di buona lena, prima
attraversando dei campi coltivati e della vegetazione, poi
inerpicandoci per delle pietraie sempre più scoscese. Inutile
dire che incontrammo degli spettacolari forti diroccati! Dopo un paio d’ore arrivammo in cima
al monte. Notammo con piacere che quella cresta separava la
valle del Dades da uno sconfinato spazio pianeggiante: potemmo
così ammirare un ampio panorama a 360 gradi che andava dai
campi coltivati alle catene di montagne rosse fino a un deserto
roccioso. Davvero meraviglioso.
Dopo un meraviglioso tramonto (era inizio novembre, quindi le giornate erano abbastanza corte) tornammo a valle col buio,
ma miracolosamente alla fine ritrovammo l'auto.
Lasciammo la valle del Dades e
ci dirigemmo verso le gole del Todra, la meta seguente del nostro itinerario di viaggio marocchino. Seguimmo una strada in
salita fino a fermarci in un paesino con un paio di hotel.
Dormimmo nell’hotel
più squallido, ma cenammo in quello più chic, dove c’ingozzammo
di carni e verdure stufate e couscous e un mucchio di buoni
intrugli, una delle migliori cene della vacanza.
Al mattino
esplorammo le affascinanti gole del Todra. Superato
l’impressionante canyon che rende famose queste gole,
continuammo fino a raggiungere un altopiano isolato e selvaggio,
con villaggi berberi appollaiati ai piedi delle montagne.
Partimmo poi per una lunga camminata, descritta
in due righe sulla Lonely Planet. A sorpresa, riuscimmo a
seguire abbastanza bene il sentiero. Dopo avere svalicato brulle
montagne scendemmo nella valle del Todra, attraversando campi
coltivati e un villaggio prima d’arrivare sulla strada
principale e quindi, con un ultimo sforzo, di nuovo nel canyon e
alla macchina.
Il nostro itinerario di viaggio in Marocco continuò verso la
pianura e poi in direzione di Merzouga. La sera, ci fermammo a
dormire in un hotel a caso, spendendo poco come sempre.
Il giorno dopo
vedemmo villaggi caratteristici e fortezze prima d’arrivare alle
porte delle dune sabbiose del deserto di Merzouga. Nei pressi di
Erfoud prima e direttamente a Merzouga poi andammo a informarci in un hotel su come visitare le
dune. Ci fu proposta una gita in cammello, in carovana, fino a
un campo tendato in mezzo al deserto, dove avremmo cenato e
dormito. Dopo le dovute trattative sul prezzo, accettammo.
Il dromedario è un animale assai posato, non ha
colpi di testa, obbedisce docilmente. Cavalcammo finché gli
edifici alle nostre spalle scomparvero e ci trovammo
circondati da dune sempre più alte. I colori andavano dal giallo
a un tenue rosso, interrotto talvolta dal verdino spento di
alcuni cespugli tristi, soli e assetati.
Il campo tendato in mezzo al deserto era spazioso,
ma eravamo solo in una decina di viaggiatori in vacanza in quel punto del deserto marocchino.
Facemmo una camminata
tra le dune circostanti e mentre il tramonto portava
sensazionali colori caldi conoscemmo il beduino che gestiva il
campo. Al mattino ammirammo
ancora il panorama e ripartimmo sui nostri puzzolenti cammelli.
Arrivati in città decidemmo d’affittare i quad. Preceduti
da una guida sul suo quad, ci lanciammo in salite e discese
sulle dune. Fu divertente, anche se un po’ costoso.
Riprendemmo la Peugeout “300 e qualcosa” e la vacanza continuò attraversando un terreno sempre brullo fino all’animata
cittadina di Rissani, con un mercato vivace e caratteristico.
Dopo Rissani il
paesaggio diveniva quasi lunare, con scure pianure pietrose
circondate da montagne spoglie. Ricomparve poi un po’ più di
verde, quindi dei villaggi con gli immancabili forti. Arrivammo
infine alla destinazione seguente del nostro itinerario di viaggio in Marocco, la
valle del Draa, più ampia e fertile di quella del
Dades.
Era ricca di palmeti e di altra vegetazione, in
particolare piante da dattero. Tra le città di case antiche
color sabbia ormai decadute, la più affascinante presentava
un’imponente roccaforte che s’elevava su vasti campi coltivati.
C’erano caratteritiche mulattiere, acqua canalizzata in modo
molto artigianale, contadini che trascinavano degli asini
carichi di sterparglie e i più buoni datteri che si potessero
desiderare.
Ci fermammo a dormire
a Zagora in un hotel che era stato elegante, ma era ormai
decadente.
Il mattino dopo
partimmo per Marrakesh, dove arrivammo dopo il solito piacevole on the road
tra paesaggi rustici e paesini caratteristici. Arrivammo nel pomeriggio e scegliemmo un albergo
economico consigliato dalla Lonely Planet, a due passi dalla
piazza principale di Marrakesh, Jemaa-el-Fnaa, tipica meta di vacanze.
Questa piazza è piena
di baracchini che offrono da mangiare. All’ora di cena, era una
guerra per accaparrarsi i clienti. Mangiammo piuttosto
bene, cercando d’evitare le trappole turistiche. Girammo per
l’ampia e vivace piazza e i dintorni prima d’andare a dormire.
Il giorno dopo fu
interamente dedicato alla visita di Marrakesh, coi suoi
mercatini caratteristici, i bei vicoletti
del centro, le moschee e i monumenti. Siccome nel nostro itinerario di viaggio in Marocco volevamo vivere
momenti autentici con la popolazione locale, la sera io e un altro
c’infilammo nella più malfamata sala giochi di Marrakesh, in
un quartiere isolato in cui ovviamente non c’erano turisti, per
sfidare a calciobalilla i ragazzi locali. Nel complesso,
Marrakesh è una città meravigliosa tanto per l’architettura
quanto per la gente, dove stradine caratteristiche e vivacità
vanno di pari passo.
Il giorno dopo ci
dividemmo: tre di noi rimasero a Marrakesh per godere di
massaggi e bagni turchi. Io e un altro prendemmo l’auto e
guidammo per un’ora e qualcosa verso Essaouira, bella cittadina che dovrebbe far parte di ogni itinerario di viaggio in questa zona del Marocco.
Infatti, Essaouira è una
bella città sulla costa atlantica, famosa soprattutto per il
surf. Ha però anche un bel porto pieno di pescherecci e una
cittadella in spettacolare posizione panoramica sul mare. Presso
dei baracchini sul lungomare si può mangiare pesce fresco a buon
prezzo – come sempre bisogna trattare e spostarsi da un
ristoratore all’altro per ottenere degli sconti.
A questo punto di tale diario di viaggio,
scrivo volentieri una considerazione meteorologica. Il Marocco è
caldo e soleggiato, e nel corso della nostra vacanza autunnale
era stato possibile metterci a torso nudo a prendere il sole
ovunque, sulle dune, nelle oasi, in città… L’unico posto troppo
fresco per la tintarella era appunto la ventosa costa atlantica.
Lo tenga a mente chi vuole abbronzarsi. Facemmo surf nell'Oceano Atlantico, ma con la muta,
perché senza avremmo sofferto troppo freddo!
Dopo il surf andammo
a vedere gli enormi dromedari che vagavano per la spiaggiona oceanica.
Raggiugemmo gli altri
e trascorremmo la serata nella Marrakesh moderna, in un locale
chic.
La cena costò una
ventina d’euro, ma era notevole. C’era la discoteca, che offriva
alcolici, e, al piano di sopra, c’erano danzatrici del ventre
e diverse escort che s’accompagnavano ad anziani uomini d’affari.
Purtroppo, era la nostra ultima sera di vacanza. Il giorno dopo
un comodo volo low cost ci riportò in Italia. Eravamo entusiasti del viaggio, uno dei più
ricchi di sensazioni nonché uno dei più economici; una settimana a 500 euro a testa tutto incluso,
dal volo ai pasti ai souvenir.
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