Mary Henrietta Kingsley (1862-1900) fu una pioniera tra gli esploratori britannici, particolarmente celebre per le sue avventure in Africa occidentale. Nata in una famiglia benestante ma convenzionale, Mary si trasformò da un'isolata studentessa casalinga in una coraggiosa viaggiatrice ed etnografa che sfidava le convenzioni sociali dell'epoca vittoriana riguardo il ruolo delle donne.
Mary nacque a Londra, figlia del medico e scrittore George Kingsley e di Mary Bailey. La sua educazione fu piuttosto insolita per una donna dell'epoca: imparò principalmente in casa, aiutando il padre nei suoi studi su culture lontane e nelle sue ricerche letterarie. Questo stile di vita recluso, tuttavia, non frenò la sua curiosità e il suo desiderio di avventura, ma semmai li accese.
Alla morte del padre nel 1892, seguita poco dopo da quella della madre, Mary decise di viaggiare in Africa, un continente che aveva sempre affascinato il padre. Iniziò le sue avventure nel 1893 con una visita alla Sierra Leone e poi altre aree dell'Africa occidentale. Il suo primo viaggio fu principalmente un viaggio di affari, con lo scopo di visitare alcune missioni e studiare la società indigena.
Il primo grande viaggio esplorativo di Mary Kingsley iniziò nel 1894, quando partì per il Gabon. Qui intraprese una rischiosa ascesa del Monte Camerun, un'impresa che sfidava sia i pericoli naturali sia le barriere sociali. Kingsley viaggiava spesso da sola o con l'assistenza limitata di guide locali, che la aiutarono a navigare attraverso giungle infestate da malattie e territori inesplorati.
Nel corso di questo e successivi viaggi, Kingsley raccolse numerosi campioni di pesci e di flora, molti dei quali erano sconosciuti alla scienza occidentale. Questi campioni verranno poi esaminati e catalogati contribuendo notevolmente al Royal Botanic Gardens di Kew e al British Museum.
Durante i suoi viaggi, Mary Kingsley ebbe la possibilità di incontrare e interagire con diverse tribù africane, in particolare con i Fang e i Bantu. Mostrava un grande rispetto per le culture locali, criticando spesso le politiche coloniali europee che, secondo lei, danneggiavano le società tradizionali africane. Difendeva le pratiche religiose e sociali delle tribù, che molti europei consideravano "primitive".
Le esperienze di Kingsley in Africa si concretizzarono in due libri fondamentali: "Travels in West Africa" (1897) e "West African Studies" (1899). Questi lavori non solo offrivano dettagliate osservazioni etnografiche e scientifiche, ma erano scritti con uno stile vivace e personale che li rendeva accessibili e popolari tra il grande pubblico. Queste pubblicazioni aiutarono a formare l'opinione pubblica riguardo all'Africa e contribuirono a una più profonda apprezzamento della diversità culturale e biologica del continente.
Mary Kingsley morì giovane, a soli 37 anni, mentre lavorava come volontaria durante la Seconda Guerra Boera. La sua morte avvenne per febbre tifoide, una malattia contratta durante il servizio in un ospedale di campo in Sudafrica. Sebbene la sua vita fu breve, l'impatto delle sue esplorazioni e dei suoi scritti è durato molto più a lungo. Kingsley è ricordata non solo come una grande esploratrice e scrittrice, ma anche come un'innovatrice nel campo dell'etnografia e della conservazione. La sua eredità continua a influenzare l'esplorazione e la comprensione dell'Africa.
La vita di Mary Kingsley dimostra come la curiosità e il coraggio possano spingere i confini del possibile, sia in termini geografici che culturali. Attraverso i suoi viaggi e scritti, ha aperto nuove vie di comprensione tra diverse culture e ha fornito una voce critica contro l'oppressione coloniale. Mary Kingsley rimane un simbolo dell'audacia e dell'intelletto umano, una fonte di ispirazione per tutti coloro che si avventurano lontano da casa per esplorare l'ignoto.
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