Riccardo Cassin, nato il 2 gennaio 1909 a San Vito al Tagliamento e deceduto il 6 agosto 2009 a Piano dei Resinelli, è stato uno dei più celebri alpinisti italiani. La sua vita è stata un romanzo d'avventura scritto sulle rocce delle montagne più alte del mondo. Dalle Alpi all'Himalaya, le imprese di Cassin hanno segnato la storia dell'alpinismo, rendendolo un'icona per appassionati e professionisti del settore.
Nonostante le umili origini e un'infanzia contrassegnata dalla Prima Guerra Mondiale, Cassin trovò nella montagna la sua passione e vocazione. Cominciò a scalare nelle Alpi, e il suo talento emerse presto evidente. Uno dei suoi primi successi fu la partecipazione alla prima scalata della parete nord-est del Pizzo Badile nel 1937. Questa via, ora nota come la Via Cassin, è ancora considerata una delle più grandi classiche delle Alpi.
Nel 1935, Cassin compì una delle sue imprese più audaci: la prima ascensione della parete nord del Cervino. La scalata era stata tentata da molti, ma Cassin e il suo team riuscirono dove altri avevano fallito, stabilendo un nuovo standard di audacia e perizia nell'alpinismo. Quest'impresa lo proiettò agli occhi del mondo come uno degli alpinisti più capaci di tutti i tempi.
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale Cassin combatté nella Resistenza italiana, la sua attenzione si spostò su obiettivi più lontani. Nel 1958, guidò una spedizione italiana che realizzò la prima ascensione del Gasherbrum IV, nell'Himalaya. Il successo di questa spedizione rappresentò una pietra miliare nell'alpinismo italiano e internazionale, mostrando le capacità di organizzazione e di leadership di Cassin oltre alle sue abilità in parete.
Riccardo Cassin non era solo un alpinista di talento, ma anche un carismatico leader. Si narra che durante la spedizione al Gasherbrum IV, riuscì a mantenere alta la morale del gruppo nonostante le difficili condizioni climatiche e i pericoli costanti. Cassin era noto per la sua frase, sempre pronunciata prima di una scalata difficile: "Andiam, che la montagna non aspetta!". Inoltre, ebbe stretti rapporti con molti dei suoi compagni di scalata, tra cui gli indimenticabili Lino Lacedelli e Walter Bonatti, con i quali condivise non solo corde, ma anche profondi legami di amicizia e rispetto reciproco.
La passione di Cassin per l'alpinismo non diminuì mai nel corso degli anni. Anche dopo essersi ritirato dalle grandi spedizioni, continuò a scalare e a frequentare l'ambiente montano che tanto amava. Fondò anche una compagnia di attrezzature da montagna, che porta il suo nome, consolidando ulteriormente il suo impatto nel mondo dell'alpinismo. Riccardo Cassin lasciò questo mondo nel 2009, a cent'anni, ricordato come un pioniere, un innovatore e, soprattutto, un esempio di forza e determinazione.
Riccardo Cassin rimane una figura leggendaria nell'alpinismo. Le sue ascensioni, cariche di coraggio e innovazione tecnica, continuano a ispirare nuove generazioni di scalatori. La sua vita, segnata da sfide incredibili e successi straordinari, dimostra quanto lontano può spingere l'uomo la propria passione, scalando non solo montagne, ma anche le vette dell'esistenza umana.
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