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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Qui sotto alcune delle foto più affascinanti dal Brasile e un divertente e interessante diario di viaggio
pieno di informazioni e aneddoti che descrive l'intero itinerario.
Se non le avete ancora lette, date un'occhiate alle informazioni di viaggio e alla mappa
dell'itinerario qui: www.wildtrips.net/brasile.htm.
A metà agosto, periodo ideale per visitare il sud del Brasile, atterrammo puntuali a Rio
de Janeiro, dove iniziava il nostro itinerario di viaggio in questo paese del Sud America. Un economico bus ci portò
in città, tra caos e favelas. Arrivammo al nostro ostello, l'Ipanema Beach Hostel, che consiglio, di prima mattina.
Nell'enormità di Rio, Ipanema è un bel quartiere dove
soggiornare, ben collegato dai mezzi di trasporto, abbastanza
sicuro e comodo per le spiagge.
Ipanema è super attraente, con la
bella passeggiata a mare con brasiliani impegnati in tutti gli
sport da spiaggia e la vista sulle affascinanti e peculiari montagne verdi
note come "panettoni" sparse qua e là per la città. Si vedevano anche delle favelas abbarbicate.
Un tipico itinerario turistico a Rio de Janeiro comprende una camminata lungo
il mare e da Ipanema arrivammo fino a Copacabana
con il suo spettacolare arco di spiaggia lungo quasi 5 km. Ad affrontare le onde dell'Oceano Atlantico c'erano solo surfisti.
Sulla spiaggia si
potevano ammirare i palmeti, i venditori ambulanti, i bar, i
castelli di sabbia, i giocatori di beach volley
e migliaia di persone impegnate a camminare, correre o abbronzarsi.C'erano 28 gradi -
un inverno davvero rigido, quello di Rio.
Dalla fine della spiaggia di Copacabana,
un taxi ci portò al Pao de Acucar), il famoso Pan di Zucchero su cui
sale una funivia, un altro must in ogni itinerario di viaggio in Brasile e a Rio de Janeiro in particolare.
Sotto al Pan di
Zucchero si trova la bella Playa Vermelha, su cui
scattammo alcune foto. Da qui vedemmo degli alpinisti scalare il
panettone. Rientrammo
soddisfatti verso Ipanema. In ostello si stava bene, con la
possibilita' di conoscere gente, chiedere informazioni e consigli e
organizzare gite. Prenotammo cosi', per il giorno successivo, un
trasporto in pullmino e barca verso l'isola tropicale di Ilha
Grande. Rio è tristemente famosa per la criminalità, ma in quella prima sera
carioca non ci sentimmo minimamente minacciati, mentre giravamo di notte; anche sugli autobus
notturni c'erano donne non accompagnate che giocavano
con l'iPhone, mentre noi avevamo lasciato quasi tutti gli aver in hotel.
Ovviamente, più tempo di passa a Rio più il rischio di essere rapinati aumenta, e
i benestanti vivono in quartieri costosi con guardianaggio e inferriate alle porte.
Il mattino dopo camminammo lungo la Lagoa
(una laguna alle spalle di Ipanema e Leblon). Anche qui - in una
zona particolarmente ricca di Rio de Janeiro - i brasiliani
praticavano ogni genere di sport. Alle 11 partimmo per Ilha
Grande. Dopo l'attraversamento del cemento sporco della
periferia di Rio, raggiungemmo la Costa Verde lungo la
quale si snoda la panoramica strada che da Rio porta a San
Paolo. Pranzammo in un'area di servizio con buffet a chilo: ci
si riempiva il piatto di cio' che si voleva, e poi si pesava il
contenuto. Per 8 etti (ero affamato) di carni, farofa, insalate,
stuzzichini misteriosi e saporiti pasticci, spesi 4 euro. Arrivammo a
Mangaritiba, un villaggio sul mare con una bella spiaggia.
A Mangaritiba prendemmo un battello scassato per Ilha Grande.
Arrivammo sull'isola, a Vila Abrao, e cercammo una sistemazione.
Trovammo comunque una tranquilla pensione sulla
spiaggia a un buon prezzo. La cosa bella era che Vila Abrao,
l'unica modesta cittadina di Ilha Grande, era priva di auto: la
passeggiata a mare, su cui si affacciavano hotel e ristoranti,
era semplicemente la spiaggia. Per lunghi tratti non c'era
nemmeno il marciapiede: s'usciva di casa e si mettevano i piedi
sulla sabbia. Fuori dal paese c'erano sentieri, e non strade:
camminando, un bell'itinerario percorreva il periplo dell'isola in una
settimana. Insomma, ogni secondo ci veniva ricordato che eravamo in vacanza e che il Brasile era una figata.
I baretti sulla
spiaggia erano spettacolari, ma la movida serale era comunque tranquilla. Il mattino successivo
partecipammo a una gita in motoscafo che ci portò in diverse
spiagge di Ilha Grande: essendo un'isola tropicale
praticamente disabitata, con sabbia chiara, palme e montagne
ricoperte di foresta pluviale, fu splendido, come si vede nelle foto. Facendo
snorkeling, notammo una miriade di pesci colorati, stelle marine
e altre meraviglie.
Ci fermammo a
pranzare in un villaggio, dove noi, rifiutando il ristorante "turistico",
comprammo delle patatine in un negozietto
scassato (viva l'originalità, caratteristica su cui in effetti cercavamo di basare il nostro itinerario di viaggio, con alterne fortune).
Il giorno dopo affrontammo i sentieri di Ilha Grande, ammirando panorami e insenature.
C'imbattemmo in delle scimmie e in un
serpente giallo e nero, una vista di cui avremmo fatto a meno!
Dopo avere ammirato
diverse belle baie, raggiungemmo la spiaggia di Lopes Mendes,
che ha la fama d'essere una delle spiagge più belle del Brasile. In effetti,
è spettacolare, una meta obbligata in un itinerario di viaggio tra Rio de Janeiro e San Paolo.
Il mattino dopo, sul
presto, per un prezzo scandalosamente basso prendemmo il
battello pubblico per Angra Dos Reis, città del continente poco
lontana da Mangaritiba. Da lì, montammo su un autobus che andava
in direzione San Paolo per arrivare a
Paraty, tappa culturale del nostro itinerario di viaggio in Brasile.
Il tratto di costa
tra Rio de Janeiro e Sao Paulo meriterebbe molte pause tra le centinaia di
baie, spiagge e isolette. La particolarità di Paraty è che si
tratta di una cittadina coloniale con un bel centro storico
fatto di vie in pietra e case bianche dalle porte colorate.
Lasciammo i bagagli
all'ostello Che Lagarto (prenotato quando eravamo a Ilha Grande)
e scoprimmo l'attraente cittadina, con le caratteristiche
strade del centro ci portarono sino all'oceano, che a Paraty
sembrava quasi una laguna, racchiuso com'era tra isole e
promontori.
Il giorno dopo con
una guida e una jeep visitammo l'entroterra di Paraty, fra
coltivazioni, macchie di giungla e cascate. Tra la distilleria
di cachaca (l'alcolico ingrediente base della caipirinha) e un
pranzo a chilo la parte più divertente della gita fu giocare tra
le cascate nella foresta.
Facevamo docce gelate, ci buttavamo
giù per scivoli naturali in roccia e ci tuffavamo nei
laghetti dei ruscelli usando delle liane per lanciarci (tutte attività che consiglio).
La sera c'era la
festa della cachaca (pronunciata "cachassa"), una specie di
sagra, in parte all'aperto e in parte sotto un tendone, con
musica dal vivo (che sembrava rumore).
Il giorno dopo, concludemmo la visita a Paraty, e da lì un tizio ci diede un passaggio fino a San Paolo, da dove
volammo a
Foz de Iguazu. Qui, all'aeroporto, un pullmino con autista mandato dal nostro
Rouver Hotel ci portò in albergo. Il mattino successivo prendemmo l'autobus per raggiungere Puerto Iguazu (in
Argentina) e da qui le famose cascate.
Sul lato argentino di
questa meraviglia naturale si può trascorrere un'intera giornata camminando lungo i numerosi sentieri per ammirare
il fiume e la potenza dell'acqua da diversi punti di vista. Anche la fauna nel parco
aveva il suo fascino: notammo tartarughe, pesci gatto, coati,
pappagalli e farfalle colorate che svolazzavano in giganteschi
sciami. Unico difetto del giorno, i costosi panini venduti dai bar nel parco.
Nel tardo pomeriggio
tornammo in bus all'albergo. Cenammo in un ristorante nei pressi
dell'hotel con un churrasco misto per tre persone: carne, fagiolata e salse varie sufficienti per 79 persone.
Al risveglio, sempre in autobus, andammo verso il lato brasiliano delle
cascate dell'Iguazu. Lasciammo i bagagli dentro a degli
armadi col lucchetto, così potemmo girare liberamente per il
parco.
La visita al lato
brasiliano è molto più breve poiché un solo sentiero percorre
l'orlo del canyon in cui cadono le cascate. Tuttavia, deve assolutamente far parte di un itinerario di viaggio in Brasile
e vale tutti i 20 euro d'ingresso, non solo perché si
vedono panorami diversi rispetto al lato argentino, ma
soprattutto perché il belvedere con cui si conclude il sentiero
è davvero qualcosa di unico al mondo. Circondati da un
incredibile arco di cascate con tanto di arcobaleno, fummo
completamente inzuppati dagli spruzzi.
Terminammo presto la
visita, perciò ci trovammo a decidere se fare il giro in battello ai
piedi delle cascate, o un volo in
elicottero. Optammo per quest'ultimo, per il prezzo di 90 euro a testa. Dopo una mezz'oretta
d'attesa spiccammo il volo. Ammirammo dall'alto la giungla e le
anse del fiume, per poi osservare il canyon a forma di ferro di
cavallo in cui cadono le più belle cascate al mondo. Fu un'esperienza memorabile!
Dopo il volo in
elicottero prendemmo l'autobus per l'aeroporto, davvero
vicinissimo alle cascate. Atterrammo a Rio de Janeiro al
tramonto. Prendemmo un taxi con tassametro, evitando chi ci
offriva prezzi fissi sempre gonfiati, e ritornammo all'Ipanema
Beach Hostel.
Il giorno dopo
visitammo il Corcovado, la montagna alta 710 metri in
mezzo a Rio sulla cui cima svetta la famosa statua del Cristo
Redentore. L'attesa della cremagliera per la salita fu piuttosto
lunga, ma ne valse la pena perché il panorama era impressionante...
consiglio d'inserirlo in ogni itinerario di viaggio in Brasile (com'è ovvio).
Una volta scesi, un
taxi ci riportò in ostello. Dopo un pomeriggio in spiaggia a giocare a beach tennis, la sera prendemmo un
autobus verso il centro e, in particolare, verso il quartiere di
Lapa, famoso per i bar e le scuole di Samba. Per
strada c'era una quantità di gente impressionante. In alcuni bar
c'era musica dal vivo, mentre fuori artisti di strada davano
spettacolo.
Dopo l'aperitivo e la
cena entrammo in una discoteca su più piani, con musica dal vivo
moderna da una parte e samba dall'altra. Fu una serata divertentissima, anche se in genere non amo le discoteche.
Fu l'ultimo giorno di vacanza. Il giorno successivo facemmo un giretto a Botafogo e andammo all'aeroporto di Rio de Janeiro.
Un vero peccato, perché il meraviglioso Brasile meriterebbe una vacanza ben più lunga!
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