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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Questa bella gita nelle Alpi Orobie, in provincia di Bergamo, unisce comodità e
sublimi paesaggi. Il punto di partenza, Carona, è infatti relativamente vicino a Milano e il sentiero è
facile da seguire anche quando innevato.
Noi abbiamo percorso questo itinerario d'inverno, con gli scarponi nella prima parte e con
le ciaspole nella seconda, e ci è piaciuto un sacco.
Carona è un paese in Alta Val Brembana a circa 1200 metri di quota, fornito di alcuni impianti da sci; l'escursione per
il rifugio Calvi passa comunque lontano dagli impianti di risalita. Bisogna infatti imboccare
la stradina per il piccolo borgo di Pagliari, fatto di case di pietra in mezzo alle montagne.
A Pagliari, sentiero estivo e sentiero invernale si separano: mentre quello estivo passa in basso nella valle, l'itinerario
in condizioni di neve segue la comoda stradina sulla costa della montagna (stradina che d'estate
viene percorsa in jeep dai gestori dei rifugi, quindi è facilmente riconoscibile anche se innevata). In entrambi i casi,
si è immersi nel bosco e i paesaggi sono assai pittoreschi.
Il 30 novembre 2019, quando abbiamo provato questo itinerario, il sole era ovviamente basso e quindi spesso
nascosto dalle montagne, oltre che dagli alberi: un piccolo difetto di questa prima parte di percorso
tra Carona e rifugio Calvi. Anche la neve non era presente in basso, se non per alcune valanghe!
In mezzo all'erba secca, rimanevano infatti i resti (beh, tonnellate di neve!)
di grosse slavine cadute nei giorni precedenti.
A un certo punto si incontra la bella cascata del torrente Sambuzza.
Dal punto di vista delle valanghe,
l'itinerario Carona - Rifugio Calvi è generalmente considerato sicuro, ma, come vedremo anche in seguito,
in certe condizioni bisogna prestare invece molta attenzione e, a volte, rinunciare.
Salendo ancora lungo la valle, il paesaggio inizia ad aprirsi
(e per noi aveva anche iniziato a riempirsi di neve).
In particolare quando si arriva al lago del Prato, che noi abbiamo ovviamente trovato
ricoperto di neve, la valle si allarga mostrando tutte
le spettacolari vette innevate attorno.
Il lago del Prato è formato da un idilliaco torrente che scorre in una radura. Si
è a circa a 1650 metri di quota, (La partenza, lungo la strada che da Carona porta a Pagliari, è
a circa 1250 metri di quota, mentre il rifugio Calvi supera di poco quota 2000.
Al lago del Prato si è dunque superata da poco metà strada, in termini di dislivello).
Dal lago del Prato partono altri percorsi, in particolare il sentiero per il Rifugio Longo e
un itinerario alternativo per il rifugio Calvi stesso: entrambe le opzioni sono però più
rischiose per le valanghe, quindi spesso non adatte a una ciaspolata, mentre sono molto belle per un trekking estivo.
Per poter continuare lungo la
strada verso il Rifugio Calvi bisogna attraversare il torrente passando sul ponte in legno.
Proseguendo con le ciaspole, poco dopo abbiamo pure dovuto attraversare una grossa valanga.
Come detto, lungo il percorso abbiamo camminato sopra parecchie slavine, ma non è stato un rischio insensato: il grosso
dei cumuli di neve, infatti, era già caduto nei giorni precedenti, e quel dì il clima era bello freddo. Certo era impressionante
vedere tanti distacchi attorno, a decine sulle scoscese pareti delle Alpi Orobie.
Continuando a salire, con qualche tratto leggermente più ripido, i panorami sulle montagne dell'Alta Val Brembana sono diventati sempre
più belli, fino ad arrivare in vista della diga di Fregalbolgia, un imponente muraglione merlato
che sembra quasi la parete di un gigantesco castello.
La diga di Fregalbolgia crea l'omonimo lago, davvero spettacolare coi blocchi di ghiaccio in mezzo.
Qua siamo circa a 2000 metri di quota: mancano 20 minuti al rifugio Calvi, che si raggiunge
ciaspolando praticamente in falsopiano, costeggiando il lago. Ed è qui che noi abbiamo dovuto rinunciare a concludere la gita:
in corrispondenza del lago, il sentiero passa infatti sotto la ripida parete di un monte che,
dopo nevicate abbondanti, può scaricare valanghe. Visto che lì la neve sul pendio era ancora tanta,
abbiamo saggiamente deciso di fermarci a fare un picnic sulla diga, per poi rientrare al punto di partenza.
A titolo informativo, il rifugio è posto a 2015 metri di quota, tra il lago di Fregalbolgia
(che nome bellissimo, degno del Signore degli Anelli) e il lago Rotondo.
In tutto, la salita da Carona richiede due ore e mezza / tre, mentre la discesa (seguendo lo stesso itinerario)
circa un paio d'ore.
Insomma, sia d'estate che d'inverno, questo itinerario è comodo e assolutamente consigliato
(con la dovuta prudenza dopo abbondanti nevicate). Preparatevi adeguatamente e partite... Buona gita!!
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