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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Ecco foto, itinerario e il diario del mio viaggio nella straordinaria Islanda.
(Per info generali e super esaustive sull'Islanda cliccate qui).
Perché andare?
Se vi
affascina la natura, e in particolare quella sorprendente, che
vi lascia a bocca aperta, con paesaggi di una bellezza unica,
che stordisce e rimane impressa per sempre... beh, un itinerario di viaggio in Islanda fa
proprio per voi. Anzi, avreste già dovuto prenotare il volo.
Quando andare? L'Islanda sfiora il Circolo Polare Artico, quindi l'estate è
ovviamente il periodo migliore per una vacanza in cui godere dei paesaggi e di 20
ore di luce al giorno. Le altre stagioni propongono aurore
boreali, bianco candore e freddo cane.
Come muoversi? Si
possono usare i mezzi pubblici, partecipando alle gite
organizzate di località in località, ma il modo di gran lunga
migliore per girare l'isola è noleggiare un'auto e percorrerne
il periplo, fermandosi nei 10000 punti panoramici e facendo una
bella camminata di tanto in tanto (per evitare che il
fondoschiena assuma la forma di un sedile d’auto).
Per noleggiare qui un'auto ai prezzi migliori per il vostro itinerario di viaggio consiglio assolutamente di
cercare e prenotare a questo link.
Quanto costa? Il
volo per l'Islanda dall'Europa può costare sui 400 euro, anche
se dipende molto dal giorno. I prezzi sono cari, dall'affitto
auto al cibo. Per chi voglia risparmiare, l'ideale è fermarsi a
dormire negli ostelli, dove ci si può anche cucinare qualcosa.
Tenete a mente che nel quanto costa io tengo
conto di tutto il viaggio... dal mezzo per l'aeroporto di partenza alla bibita passando per pasti e souvenir.
Per un'idea sui prezzi degli hotel in Iceland
cliccate qui per confrontare gli alberghi e trovare gli alloggi più convenienti.
Dove andare? L'itinerario di viaggio è molto semplice: tutto il periplo dell'isola, almeno per la parte
accessibile. Partenza da Reykjavik e poi cascate, canyon,
ghiacciai, vulcani, geysir, colate di lava, ecc.
Altre destinazioni? Al tradizionale itinerario di viaggio in Islanda si può aggiungere la
penisola a nord-ovest, ricca di fiordi spettacolari. Con una
gita in barca a Husavik potreste riuscire ad ammirare le balene.
L'Islanda è un’isola unica al mondo che offre un continuo
alternarsi di luoghi meravigliosi tanto assurdi che nemmeno le
foto riescono a contenere la loro natura strabordante.
Figuriamoci le descrizioni. Proverò comunque a dare qualche
informazione sbagliata sul nostro itinerario, così, per confondervi le idee. No,
scherzo, farò del mio meglio e spero apprezzerete la buona
volontà (del resto è tutto gratis).
Atterrammo ovviamente a Reykjavik, la piccola capitale islandese. Il pomeriggio che vi trascorremmo
fu ampiamente sufficiente per visitarla e
non ci colpì particolarmente, forse per il cielo grigio
Il mattino seguente
ritirammo la macchina a nolo che avevamo affittato tramite HI
Iceland, la società che gestisce gli ostelli internazionali
islandesi, a cui ci eravamo affidati anche per la prenotazione
di buona parte degli alloggi lungo il nostro itinerario di viaggio in Islanda. Unendo noleggio auto e
prenotazione degli ostelli non solo risparmiammo qualcosa, ma ci
assicurammo dei posti per dormire in un paese che offre poche
camere per turisti.
La prima meta della nostra vacanza
era la penisola di Snaefellsness, su cui si trovano il
ghiacciaio di Snaefell e l’omonimo vulcano: scoprimmo così i primi
tratti della natura islandese: assenza d’alberi e abbondanza di
rocce laviche, con pianure intere ricoperte di magma raffreddato
da anni o da secoli.
La parte più affascinante di questa
penisola è forse nelle scogliere nere che si gettano in mare,
con qualche pittoresca spiaggetta tra di esse: il clima fresco e il mare gelido però non invitavano a fare un bagno!
Dormimmo nell’ostello
di Grundarfjordur. Ci svegliammo presto e partimmo per visitare
il paesino di pescatori di Stykkisholmur, poi, guidando a
fianco di belle baie e colline erbose, c’imbattemmo in una sorta
di monumento naturale, il Hvitsekur, una nera
formazione rocciosa che s’erge in mezzo al mare, a forma di
“facciata di cattedrale” (meglio che guardiate la foto perché è
difficile descrivere quel “coso”).
Verso sera
raggiungemmo Akureyri, dove alloggiammo in ostello. Nulla
di particolare da segnalare per la seconda città dell’Islanda.
Beh, c’era un sedile di una seggiovia da 4 posti utilizzato come
panchina in pieno centro. Ci si accontenta di poco.
Ciò che non offrono
le città (cittadine) islandesi viene offerto con gli interessi
dalla natura. Il giorno successivo, infatti, potemmo ammirare
la cascata di Godafoss, una meta comoda nell'itinerario che corre lungo tutto il periplo dell'Islanda.
Giungemmo poi a visitare le
meraviglie paesaggistiche nei pressi del lago di Myvatn: c’erano un vulcano grigio, del terreno giallo,
dell’erba verde, delle rocce nere, dei laghi azzurri e tanti moscerini. Nel cielo bianco si stagliava ogni tanto un arcobaleno.
Salimmo sul vulcano,
poi camminammo tra i laghi, raggiungendo un tratto boscoso (una
vera rarità in Islanda; le piante comunque non superavano i due-tre
metri d’altezza).
Una stranezza dopo l'altra lungo il nostro itinerario di viaggio. Un delirio di colori
ancora più notevole si parò davanti ai nostri occhi visitando
l’area di Krafla, con le sue pozze di fango ribollenti,
le sue fumarole e il terreno colorato di rosso e giallo dallo
zolfo.
Attraversando campi di lava fumanti, ci sentimmo
precipitati nel Giurassico o in qualche era geologica
ancora più antica.
Come se tutto ciò non
fosse sufficiente, guidammo poi fino alla cascata di
Dettifoss, una delle più spettacolari al mondo, potente da
far paura all’interno di un imponente canyon.
Visitammo poi l’Asbyrgi, un ampio canyon
a forma di ferro di cavallo al cui interno cresceva una foresta,
credo la più ampia del paese. Nei dintorni c’erano improbabili
forme rocciose basaltiche.
Per due giorni
alloggiammo nel B&B Elda, il posto dove spendemmo di più nel
corso della vacanza (circa 80 euro a notte per una doppia).
Andammo poi al vulcano
Askja, dove si può arrivare con una jeep oppurem pagando una cifra non indifferente (75 euro a testa, all'epoca),
con un tour organizzato.
Per raggiungere il
vulcano passammo per sconfinati panorami lunari e
attraversammo fiumi e piccoli canyon. Ovviamente non c'era nessuna costruzione, nell'interno dell'Islanda.
All’interno dell’ampio cratere circolare dell'Askja c’erano un grande lago
blu e un piccolo vulcano, rosso e giallo e riempito da un
laghetto reso celeste chiaro dallo zolfo. Per
evitare descrizioni inutili vi direi di guardare le foto, ma
anche queste non rendono l’idea dell’ampiezza del panorama e
delle prospettive.
Una volta ripreso
fiato ci calammo nel vulcano Viti su uno scosceso sentiero.
Tra una fumarola e l’altra arrivammo al laghetto celeste. Nel cratere la
temperatura dell’acqua era di poco più di 20 gradi, perciò facemmo il bagno nudi, all'islandese!
In lontananza si vedeva il Vatnajokull, il più voluminoso ghiacciaio europeo.
Ci
dirigemmo quindi in auto verso Egilsstadir, dove pernottammo una
notte in ostello.
La zona di
Egilsstadir è fatta di fiordi, montagne verdi e villaggi di
pescatori. Trovare un posto brutto nel proprio itinerario di viaggio in Islanda è un'impresa degna di nota.
Dopo
aver dormito a Hofn, potemmo ammirare da vicino i
ghiacciai perenni islandesi, le cui “lingue” arrivano
praticamente sul mare. Ai piedi di una di queste lingue giace
la laguna del Jokulsarlon, piena di iceberg tra cui nuota
qualche foca. Parcheggiammo e la visitammo. C’erano diversi
turisti e talvolta fastidiosi hovercraft per gitanti rompevano
la quiete. Fu tuttavia sufficiente camminare per un chilometro,
allontanandosi dalla strada, per immergersi in una pace assoluta
Successivamente
visitammo il parco dello Skaftafell, dove optammo per una
bella camminata che partiva dal livello del mare e arrivava a
1100 metri di quota, sopra le lingue dei ghiacciai.
IL panorama andava
dai ghiacchiai alle spiagge di sabbia nera passando per montagne
colorate. Dormimmo a Horgsland.
Ovviamente sto
dimenticando qualcosa nei miei racconti: troppe immagini
diverse, tutte stupefacenti, in un itinerario di viaggio di giorni che sembravano mesi per varietà di paesaggi. Le foto m’aiutano a visualizzare un
canyon verdeggiante dalle forme assurde, e un immenso arco di
roccia sul mare sotto cui c’era spazio per una portaerei, e i
Puffin, i tipici uccellini islandesi che assomigliano a dei
pinguini in miniatura…
Visitammo Vik,
con le vicine scogliere, una delle quali sembra una scalinata
naturale di basalto, e trascorremmo la notte a Skogar.
Una delle visite più
stupefacenti fu quella al parco del Landmannalaungar, Lo raggiungemmo attraverso una lunga
strada sterrata, in teoria dedicata ai fuoristrada, ma in
pratica percorribile anche con un’auto normale. Qui facemmo una
camminata incredibile, un itinerario di 17 chilometri nella natura in mezzo a
monti verdi, gialli, rossi e blu, di tutte le sfumature. Sì,
va bene, non mi credete, ma guardate le foto e vi convincerete.
Era un arcobaleno in terra.
A tratti, c’erano fumarole e
pozze fangose ribollenti. Uscendo dal sentiero ci capitò di
sentire il terreno pulsare sotto ai piedi. Capimmo che era
meglio non avventurarsi troppo: c’era il rischio di cadere in un
geyser o in qualche diavoleria del genere. Quei 17 chilometri
costituiscono una delle camminate più belle della mia vita,
nonostante i momenti di pioggia e i pochi sprazzi di sole.
Al termine di quella
giornata piena alloggiammo a Laugarvatn, in ostello. L’ultima
giornata di vacanza visitammo il Thingvellir National Park,
una piana geologicamente assurda come il resto dell’Islanda, tra
laghetti, rocce laviche e piccoli canyon. La cosa notevole, dal
punto di vista storico, era che in questa piana, nel 930 dC, si
riunì il primo parlamento del mondo (o uno dei primi). Ci dedicammo poi al Circolo d’Oro, che unisce le
tre attrazioni più famose dell’Islanda, se non altro perché sono
vicine all’aeroporto internazionale e quindi comode da
raggiungere per chi abbia poco tempo.
Queste attrazioni, incluse in ogni itinerario di viaggio in Islanda,
sono la cascata di Gullfoss, i geysir e la Laguna Blu.
Tutti posti splendidi che, dopo essersi abituati ai panorami
selvaggi dell’Islanda, risultano però troppo turistici. La
cascata è comunque spettacolare, anche se non quanto Dettifoss.
Dei geysir, uno (Strokkur) s’attiva ogni pochi minuti
e lo spruzzo raggiunge i 30 metri d’altezza. L’altro, il
famoso Geysir che dà il nome a tutti gli altri, arriverebbe più
alto (raggiunse i 145 metri!), ma s’attiva in modo irregolare, a
volte bisogna attenderlo per anni.
La Laguna Blu,
infine, è un centro termale costruito in mezzo a un campo di
lava. L’acqua calda sulfurea è naturale, deviata in
modo da creare le pozze nel magma asciutto. Ci sollazzammo alle
terme (il cui ingresso non è economico, purtroppo) fino al tardo
pomeriggio, sentendoci dei veri turisti in vacanza relax. Dopo cena raggiugemmo l’aeroporto, dove dormimmo in
attesa del nostro volo previsto per l’alba. Non che tornare al
caldo mare ligure ci facesse schifo, ma lasciammo a malincuore
l’Islanda, sicuri che non avremmo mai trovato da nessun’altra
parte paesaggi del genere.
Concludo con un paio
di consigli e informazioni pratiche. Il tempo sereno è raro ad agosto, da
quanto potemmo notare, ma qualche sprazzo di sole ci rallegrò
quasi tutti i giorni. Le nuvole grigie non ci disturbarono più
di tanto e, anche se talvolta scendeva un po’ di pioggia, era
facilmente sopportabile, non trattandosi in genere di acquazzoni.
In tutto, tra il periplo dell’isola e le deviazioni, percorremmo
circa 2000 chilometri in auto, ma per varietà di paesaggio
sembrarono 150000. La strada principale era in buone condizioni
e per nulla trafficata.
Gli ostelli non ci
delusero, anzi, si presentarono per lo più puliti e ordinati. Le
cucine erano ben fornite di utensili. Famiglie con bambini
molesti risultarono l’unica pecca.
Ovviamente, se volete
mangiare bene dovete fare una spesa intelligente a Reykjavik
oppure portarvi la roba da casa, dato che l’Islanda rurale è
poco fornita. Munitevi quindi di scatolette di tonno, crackers,
pasta, sughi e tutto ciò che potete procurarvi di durevole.
Suggerisco di non affidarsi interamente ai ristoranti, primo
perché è difficile trovarli, secondo perché è difficile trovarli
aperti, e terzo perché è difficile trovarli economici.
Detto questo, a
chiunque ami la natura consiglio vivamente l’Islanda, e a
chi pensa che non ne valga la pena consiglio ancora più
vivamente di partire subito e cambiare opinione!
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