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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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"Scoprimmo belle
baie e imponenti scogliere, paesaggi davvero memorabili. Cala
Rossa, in particolare, manderebbe in estasi anche un ferro da
stiro, con le sue rocce rosse e bianche e il mare cristallino.
Ci tuffammo e ci
trovammo a nuotare tra centinaia di occhiate, pesci
azzurro-argentati che sono peraltro parecchio appetitosi (per
fortuna loro protetti dallo status di riserva naturale
dell'isola)."
LEGGI IL DIARIO DI VIAGGIO COMPLETO PIU' SOTTO IN QUESTA PAGINA
La Toscana è famosa per le sue colline su cui sono appollaiati
affascinanti paesi medievali. L'arcipelago Toscano con le sue
isole più abitate e quelle più selvagge presenta spiagge e
scogliere degne dei Caraibi.
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se v'interessa una vacanza charter a vela nell'arcipelago
toscano.
MAGGIORI INFORMAZIONI NELLE DESCRIZIONI DELLE FOTO E NEL DIARIO DI VIAGGIO SOTTO
Una gita a vela di
qualche giorno a Capraia è un modo eccezionale per scoprire
un’isola splendida, poco turistica e circondata da un mare
cristallino.
Dopo una notte di
navigazione dalla Liguria, raggiungemmo l’isola in tarda
mattinata. Ormeggiammo all’ancora nella baia davanti al paese.
Chiamammo la capitaneria e ci fu fortunamente assegnato un posto
al gavitello. Dopo un bagno, andammo ad ormeggiarci in un’acqua
limpidissima dov’erano visibili numerosi branchi di pesci.
Eravamo davanti a una ripida scogliera che distava poche decine
di metri. Più a destra c’era il paese col porto vero e proprio,
raggiungibile col canotto-tender in cinquanta colpi di remo.
Scendemmo a terra per
visitare il tranquillo borgo di Capraia, col suo castello in
posizione panoramica.
In un attimo ci
sentimmo in un altro mondo, come se fossimo partiti da un mese,
quando in realtà era passato appena un giorno. Eravamo ispirati
e liberi e sereni.
***
Racconto qui un
aneddoto divertente (potete saltare ai prossimi asterischi se
non volete o non potete farvi due risate alle mie spalle).
Dopo il giro in paese
rientrammo alla barca per cena, poi la mia ragazza e io
decidemmo di tornare in città per fare un giro e mangiare un
gelato. Ci facemmo belli ed eleganti, montammo sul canotto e
iniziai a remare. Peccato ci fosse un vento contrario di 20 nodi
che rendeva ogni sforzo inutile. Sollevavo un mare di spruzzi ma
niente, il canotto andava alla deriva. Accettai la sfida degli
elementi e tra il divertito e il terrorizzato riuscii ad
avvicinarmi all’imboccatura del canale che portava in paese.
Purtroppo, qua il vento rinforzò, come c’era da aspettarsi, e in
un turbinio di spruzzi persi un remo. Molto male. Chissà dove ci
avrebbe spinti il vento. Forse in Corsica.
Poi, con un’immane
accelerazione contro-vento, riuscii a recuperare il remo, quindi
la mia ragazza e io discettammo se fosse meglio rientrare alla
barca o no. Decidemmo che era preferibile sopravvivere e facemmo
dietrofront.
Inizialmente il vento
ci spinse contro la scogliera, e già stavo studiando se c’era
una spiaggetta per dormire, ma alla fine decuplicai gli sforzi e
arrivammo ad arpionare la cima di una barca. Da qui,
trascinandoci tra un ormeggio e l’altro, strusciando su scafi e
gavitelli, raggiungemmo la nostra casa dolce casa galleggiante.
"Siete
rientrati presto,” ci dissero quelli rimasti a bordo.
"Mah,
era tutto chiuso,” rispondemmo, completamente zuppi. Non eravamo
credibili, quindi confessammo l’onta della sconfitta. Nel
complesso, fu un’esperienza estremamente divertente, che
consiglio, con la dovuta prudenza. (Ho esagerato i rischi, ma è
sempre positivo considerare le conseguenze prima di agire).
(Direte: ma perché
non montare un piccolo motore sul tender? Domanda intelligente,
e una possibile risposta è che nei 10 secondi che servono per
accendere un fuoribordo freddo o inceppato saremmo finiti a
scogli o in mezzo al mare; in fin dei conti, i remi hanno una
loro intrinseca sicurezza. Ovviamente, avere sia remi che motore
non è una cattiva idea).
***
Il giorno dopo
esplorammo le coste di Capraia a bordo di un gozzo affittato a
60 euro per tutto il giorno… poca roba, una volta diviso tra
cinque amici. Scoprimmo belle baie e imponenti scogliere,
paesaggi davvero memorabili. Cala Rossa, in particolare,
manderebbe in estasi anche un ferro da stiro, con le sue rocce
rosse e bianche e il mare cristallino.
Ci tuffammo e ci
trovammo a nuotare tra centinaia di occhiate, pesci
azzurro-argentati che sono peraltro parecchio appetitosi
(per fortuna loro protetti dallo status di riserva naturale
dell'isola).
Dopo qualche
splendido bagno rientrammo a Capraia paese. Avemmo anche la
fortuna di scorgere un polpo appollaiato sul fondo del mare
davanti al nostro ormeggio. Ci stavamo abituando a vivere nella
natura, respirare odore di mare, dipendere dalla luce del sole e
dal vento. Non sembrava più che fossimo partiti da un mese, ma
da un anno. La terraferma e il lavoro e la routine quotidiana ci
parevano più lontanti di Katmandu e Timbuktu.
Cenammo con
dell’eccellente panzanella, piatto per palati fini e non.
Il giorno dopo
veleggiammo attorno a Capraia, fermandoci all’ancora in
un’acqua così trasparente che il fondale sembrava ad appena 1
metro sotto il pelo dell’acqua. L’ecoscandaglio, però, segnava
10 metri e noi ci fidammo e ci tuffammo di testa. Non scontrammo
né scogli né sabbia. La strumentazione aveva ragione, insomma.
Nel pomeriggio si
levò un bel vento di scirocco: la barca era inclinata,
l’equipaggio impegnato in orzate e virate, poggiate e strambate.
Si cazzava e si lascava, furono ore emozionanti sotto un bel
sole.
Un aperitivo in mezzo
al mare, con vista su Capraia, fu il nostro modo di salutare
l’isola. Tornammo verso la Liguria sotto la luna piena e un bel
cielo stellato, con lo scirocco che continuava a farci da “motore”,
concludendo così nel migliore dei modi il nostro weekend durato
un anno.
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