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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Qui sotto alcune delle foto più affascinanti dal Botswana, e un divertente e interessante diario di viaggio
pieno di informazioni e aneddoti che descrive l'intero itinerario.
Se non le avete ancora lette, date un'occhiate alle informazioni di viaggio e alla mappa
dell'itinerario qui: www.wildtrips.net/africa-botswana-itinerario-viaggio.htm.
Ricordo che la prima parte di questo itinerario, in Namibia, è descritta qui:
www.wildtrips.net/africa-it.htm.
(Questo resoconto continua da qui:
diario di viaggio della Namibia).
Dopo avere lasciato la Namibia, attraversammo due confini, con Botswana e Zimbabwe. In
quest'ultimo caso perdemmo tempo a causa di una lunga coda e pagammo 150 euro di visto!
Riuscimmo a entrare in Zimbabwe e ci dirigemmo verso le
cascate Vittoria, o
Victoria Falls, meta turistica ma fondamentale nel nostro
itinerario di viaggio.
Le cascate Vittoria
fornivano uno spettacolo incredibile. L'ingresso dal lato dello
Zimbabwe costava venti euro a testa, una spesa ovviamente
meritevole. Facoceri e turisti camminavano sull'orlo del
precipizio, di fronte a cascate come mai viste prima (solo le
Iguazu possono battere le Vittoria in magnificenza).
Attraversammo poi a piedi il ponte con lo Zambia, per ammirare
le cascate da un altro punto di vista e smarcare un altro Paese
nelle nostre liste di stati visitati. La sera dormimmo in un
campeggio di Victoria Falls Town, cittadina molto turistica, e
cenammo in un buon ristorante (Mama Africa) in cui mangiammo
carne davanti a spettacoli di balli tipici. Un po' di vacanza
in mezzo al nostro avventuroso itinerario di viaggio.
Il giorno dopo
lasciammo lo Zimbabwe e tornammo in Botswana per visitare il
Chobe National Park. All'ingresso (a Kasane) avemmo la
fortuna di poter prenotare un posto in un campeggio del parco -
ne fummo felici, perché dalle informazioni che avevamo raccolto
dall'Italia sembrava consigliatissimo, ma difficile, dormire
nella riserva.
Il meraviglioso Chobe
NP ci riempì di gioie.
Branchi di elefanti e giraffe,
ippopotami, gazzelle come se piovessero, uccelli strani, di
tutto. Si viaggiava a caso per degli sterrati, spesso sabbiosi.
C'era meno gente che al parco Etosha in Namibia, e ancor più libertà. Non era una vacanza, era una
vera e propria avventura nella natura più selvaggia. Una
destinazione necessaria non solo per questo itinerario di
viaggio, ma per ogni safari e per ogni vacanza. Anche se siete
in Giappone, per dire, vale la pena di fare una "piccola"
deviazione e venire qui.
Per arrivare al campeggio, sempre dentro al parco Chobe, guidammo su
un’ampia e affascinante pista sabbiosa circondata dalla giungla.
Il campeggio era
semplicemente un'area di giungla, nei pressi del fiume, dove era
concesso campeggiare. Vi vedemmo scimmie ed elefanti, si udivano
gli ippopotami e non escludemmo la presenza di felini carnivori: era sconsigliatissimo
andare in giro a piedi di notte. L'atmosfera sotto il cielo stellato e i solo rumori della natura era incredibile.
Il giorno successivo
continuammo ad avventurarci per il Chobe attraverso la strada più
insensata della vacanza, anzi, dell'universo: era un continuo salire e scendere su
ripidi dossi distanti tra i cinque e i dieci metri l'uno
dall'altro. All'interno della jeep saltavamo come dadi lanciati
sul tavolo. Arrivammo a Maun,
dove ricomparvero strade decenti, e in condizioni igieniche
pietose percorremmo il Botswana verso sud, direzione
Johannesburg. Visitammo i Makgadikpadi Pans, enormi
distese di sale, quindi attraversammo alcune tranquille cittadine lungo la
strada principale.
Campeggiammo nella savana, vicino a degli struzzi.
Al confine con il Sud
Africa i doganieri ci controllarono la macchina per verificare
che non importassimo carne. In Sud Africa il
nostro navigatore perse le mappe, ma seguendo i
cartelli e il sole (nota: nell'emisfero meridionale il sole a
mezzogiorno indica il nord, non il sud) arrivammo a
Johannesburg, dove riconsegnammo la jeep dopo 8000 chilometri e 15 giorni di viaggio.
Eravamo entusiasti delle imprese compiute, ma, arrivati a casa,
sentivamo forte la mancanza di Mamma
Africa e delle sensazioni intensissime vissute in assoluta libertà.
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Come già scritto, la prima parte di questo safari africano è a questo link:
diario di viaggio in Namibia con tutte le foto.
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