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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Ci sono sicuramente
nazioni più famose, più visitate, più turistiche. Anzi, il
Turkmenistan è uno stato molto poco aperto al mondo e al turismo.
Tuttavia, visitare una dittatura così particolare, restrittiva,
può essere un'esperienza interessante, senza contare il fascino del paese ex-sovietico
e della storica Via della Seta che di qui passava secoli fa.
Non so se ciò possa essere
sufficiente per attirare dei turisti, ma, sicuramente, stiamo per parlare di un paese veramente
originale!
Tra l'altro, se non
ci si fa scoraggiare dall'assenza di attività, dal blocco di Facebook, dal coprifuoco
delle 11 di sera e dalle complicazioni necessarie per ottenere
il visto d'ingresso, si può scoprire una
popolazione simpatica e gentile.
Qua sotto alcune foto tratte
da una "vacanza" a Turkmenbashi (sul Mar Caspio) e nella capitale
Ashgabat, oltre che diario di viaggio, informazioni e il mio
itinerario. Se volete info generali ed esaustive per una
vacanza in Turkmenistan potete anche cliccare qui.
Diciamo la
verità: chi visita questo paese lo fa per lavoro, perché è di
passaggio oppure perché ha già viaggiato, come turista, in quasi
tutte le altre nazioni della Terra. Non che non ci sia qualcosa
da vedere, in Turkmenistan. Ma è più probabile che un soggiorno qui sia unito a un
viaggio lungo la via della seta verso gli altri "Stan" (a
partire da Kazahkstan e Uzbekistan), magari arrivando via mare
da Baku (Azerbaijan).
Il Turkmenistan è formato in gran parte da
ampie piane desertiche. A ovest si affaccia sul Mar Caspio e in questa zona la
città principale è Turkmenbashi, una città industriale e commerciale (qui arrivano i mercantili da Baku).
Qui la modernità è arrivata soprattutto sotto forma di
fabbriche altamente inquinanti che invadono la zona con odori
inquietanti. La parte più affascinante, da visitare, è il bazar.
Nei pressi di Turkmenbashi il governo sta costruendo Awaza, una zona turistica
di moderni hotel-grattacieli nello stile di Dubai. Questa è,
almeno, l'intenzione. I lavori sono ancora in corso e gli hotel
già presenti danno l'idea di cattedrali nel deserto. Sì, ci sono
le camere finto-lussuose, e, negli alberghi, anche piscine, bar e tavoli da
biliardo. Fuori dagli hotel, però, il nulla. In vacanza ad Awaza
vanno soprattutto turisti turkmeni, che si godono le piscine, la
spiaggia sul Mar Caspio (anche se l'acqua non attira) e, soprattutto, notevoli quantità di vodka.
Ma da dove arrivano
tutti questi soldi? Il Turkmenistan è uno dei massimi produttori
di metano e ha grossi giacimenti petroliferi. I guadagni vanno
al governo, che elargisce acqua, gas ed
elettricità gratis ai cittadini, per il resto piuttosto poveri.
La benzina costa 20 centesimi al litro.
Per quanto riguarda
la vita dei turkmeni, la censura blocca siti internet e
informazioni. Oltre al turkmeno parlano il
russo (come seconda lingua), ma sanno anche il turco,
sia per somiglianza linguistica sia per i programmi televisivi
turchi trasmessi in Turkmenistan.
I programmi TV
tipicamente turkmeni, invece, sono molto caratteristici.
Mentre alloggiavo ad
Awaza per lavoro, in un hotel lussuoso costruito sul modello
dell'Intercontinental di Abu Dhabi (ma in realtà per nulla
all'altezza come servizi: era difficile anche solo trovare
qualcuno che parlasse inglese, ad esempio), chiesi alla
reception di chiamare un taxi che mi portasse al Bazar di
Turkmenbashi menzionato sopra.
In realtà nei paesi
ex-URSS i taxi spesso non esistono: si tratta semplicemente di
privati che fanno da autisti.
Il giro per Turkmenbashi non mi dispiacque: il mercato era vivace, e le case
grigie con le montagne brulle sullo sfondo non erano certo dei
capolavori, ma sicuramente più caratteristiche di Awaza. Mi
sentii in viaggio, in vacanza, molto più che nel mega-albergo.
La sera rividi l'autista e mi chiese 100 dollari per una sera con una bella
ragazza. Rifiutai, ma venni a contatto con un fenomeno molto
diffuso in tutti i grandi alberghi turkmeni. E sì che la
prostituzione sarebbe illegale, per gli stranieri. Il
Turkmenistan è pieno di leggi strane e consiglio di leggerle su Wikipedia.
Le migliori sono: è vietato cantare in playback, è permesso
fumare al chiuso ma non all'aperto, sono proibite le biblioteche,
è illegale l'omosessualità maschile (ma non quella femminile).
A parte le leggi antidemocratiche, il Turkmenistan affascina come punto di passaggio
tra vecchio Est Europa e Oriente, com'è giusto che sia
sulla Via della Seta.
Dopo Turkmenbashi
spesi un giorno ad Ashgabat, la capitale, città ricostruita dopo
un terribile terremoto avvenuto nel 1948. Lo stile è sfarzoso,
megalomane, come ci si può aspettare da una dittatura. Per il
turista è quasi inevitabile passare da Ashgabat durante il
proprio viaggio, visto che vi atterrano praticamente tutti i
voli internazionali. L'immagine che si ha della città è ben
diversa da quella di Turkmenbashi!
Se queste foto non vi
hanno convinto a venire in vacanza in Turkmenistan, capisco. E' un
paese con spunti interessanti, ma da visitare appunto di
passaggio o per necessità (lavoro), a mio avviso. Tuttavia, si
possono vivere delle esperienze uniche ad Ashgabat. Alloggiavo al Sofitel,
un albergo ultralussuoso nel centro della zona centrale della
capitale (se a pagare non siete voi, cercate di dormire qui!).
Nel pomeriggio m'incamminai,
da solo, in direzione del bazar, e la polizia mi fischiava in continuazione, facendomi deviare
spesso, ad esempio perché stava per passare il presidente o qualche altro importante funzionario.
Mi
godetti il mercato russo, la cosa più autentica e colorata della mia breve
vacanza ad Ashgabat. Curioso come sempre, mi spostai poi verso la ferrovia, e camminai
lungo i binari sentendomi di nuovo affascinato dalla Via della Seta, desideroso di
fare un lunghissimo viaggio ben oltre il Turkmenistan!
Tornando verso l'hotel, seguii una strada diversa, in mezzo ai grandiosi palazzi bianchi del centro.
I palazzi governativi di Ashgabat erano monumentali architetture un tantino
megalomani. Anche qui, i poliziotti mi fischiavano quando prendevo uan strada sbagliata.
A un certo punto dei poliziotti mi fermarono e mi fecero cancellare le foto dei palazzi governativi
dal cellulare (ma per fortuna tutte le migliori erano sulla macchina fotografica.
Terminati i miei
dieci chilometri di camminata, da un certo punto di vista così
avventurosa che nemmeno nella savana, mi rilassai
nella spa dell'hotel. Quando scese il buio, aprii la finestra
della mia camera d'albergo e scattai un paio di foto notturne.
Al che, un poliziotto venne a fischiarmi: probabilmente stava di nuovo per
passare il presidente e il mio comportamento li aveva
insospettiti!
Questo, dunque, è lo
strano Turkmenistan. Sicuramente un viaggio qui è qualcosa di
unico! Pur non essendo certamente una vacanza da sogno.
In giro per Ashgabat
avevo avuto la sensazione d'essere un esploratore dilettante, magari
non proprio come quella volta in una scuola
nella giungla indonesiana, ma quasi... In quanti occidentali avevano
camminato soli lungo quei binari? In quanti erano stati in
quella piazza vietata ai cittadini comuni? Sicuramente
abbastanza pochi da rendermi fiero della mia inutile, ma
divertente impresa.
Infine, alcuni
consigli pratici.
I dollari americani
sono accettati dappertutto, e in genere con un cambio non troppo
malvagio (quello
ufficiale è 1 dollaro = 2.85 Manat).
Quando andare? Il clima
è secco e temperato in primavera e in autunno. Invece, d'estate
si rischia di morire di caldo e in inverno di freddo.
Come muoversi? Mezzi
pubblici, voli interni della Turkmenistan Airlines, taxi e
autisti. Il paese è apparentemente molto sicuro, ma bisogna
avere tutte le carte in regola (passaporto, lettera d'invito e
visto) da presentare prontamente alla polizia onde evitare
problemi.
Altre mete? Certo!
Organizzando con autisti o agenzie si possono visitare altre
città oltre che la Porta dell'Inferno, un sorprendente cratere che sputa fiamme. Di cosa si tratta? In breve, negli
anni 70 i sovietici volevano scavare un pozzo petrolifero. Trivellarono un buco e
- boom - ci fu un'esplosione. Si creò una voragine da cui uscivano
metano e gas velenosi. Cosa fare? Decisero di bruciare tutto per evitare che
i gas velenosi raggiungessero i villaggi vicini provocando una strage.
I sovietici diedero quindi fuoco ai gas e tornarono
qualche giorno dopo per controllare se si fosse spento tutto. Ma
niente, il cratere continuava a bruciare. Tornarono dopo un altro po', ma fuoco e fiamme persistevano.
Oggi, dopo oltre 40 anni, le fiamme sono sempre
lì, a illuminare la notte.
Questa una foto
tratta da Wikipedia (io purtroppo non ho potuto visitare la
Porta dell'Inferno).
In conclusione, se vi capita di passare qualche giorno in
Turkmenistan, non disperate! Può essere interessante. Se si
tratta invece di settimane... beh o siete tipi molto pazienti, o
potreste annoiarvi eccessivamente!
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