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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
La Cambogia è un paese ricco di attrattive. I templi di Angkor sono famosi in tutto il mondo, ma
ci sono tante altre destinazioni meno turistiche che meritano una visita.
Kratie, ad esempio, può essere il punto di partenza per splendide escursioni sul Mekong, dove il tempo
si è fermato. Attorno a Kampong Cham ci sono templi senza turisti e altre attrattive interessanti.
Phnom Penh è la caotica capitale col sontuoso palazzo reale. In tutto il paese si trovano
pittoreschi paesini caratteristici, come i villaggi galleggianti (e su palafitte) del lago Tonlè Sap.
Infine, per una vacanza al mare, le coste cambogiane e soprattutto le sue isole
hanno spiagge e palme da paradiso tropicale.
La stagione secca in Cambogia va da dicembre a maggio, ma in primavera il caldo è pazzesco.
A dicembre e gennaio, invece, le temperature di circa 30 gradi piaceranno sicuramente alla maggioranza dei viaggiatori:
si può vivere in pantaloncini e maglietta! Angkor Wat, tuttavia, può essere meglio apprezzata
fuori stagione, quando i turisti sono pochi.
Poco! La Cambogia è uno dei paesi più economici per i turisti. Nei mercatini, potete pranzare con poco
più di un euro. Camere doppie basilari ma decenti costano 10 euro a notte e i trasporti in bus
sono economici. Attenzione, però: a Phnom Penh e a Siem Reap i prezzi salgono e l'
ingresso ad Angkor costa 37 dollari per un giorno o 62 per 3 giorni.
A proposito, in un viaggio in Cambogia potete comodamente usare i dollari statunitensi,
accettati dappertutto con cambio fisso con il riel (la moneta locale). Unica fregatura:
per tante cose che costerebbero 20 centesimi vi chiederanno comunque un dollaro, soprattutto a Phnom Penh, perciò un po'
di riel cambogiani vi saranno utili.
Tanti turisti realizzano il proprio itinerario di viaggio con voli interni, autobus e tour.
In città, taxi e tuk tuk sono economici (ma non fatevi fregare, sui taxi chiedete di usare il "meter"
e sui tuk-tuk concordate anticipatamente il prezzo). Nei posti meno trafficati, è bello noleggiare uno
scooter o una bicicletta. Non è possibile noleggiare un'auto, ma un'auto con autista, se siete più
di 2, può essere un modo molto efficiente di vedere posti diversi risparmiando tempo.
Partendo da un sintetico racconto della nostra vacanza in Cambogia, presento qui alcune splendide mete,
aggiungendo anche informazioni utili su cibo, spostamenti, costi e altro.
Per noi, tutto è iniziato dal Vietnam: da Chau Doc, appena oltre confine, abbiamo
preso una barca che ci ha portati a Phnom Penh lungo il Mekong. Questo è un validissimo modo per
entrare trionfalmente in Cambogia, visto che Ho Chi Minh City (in Vietnam) è vicina e vi atterrano tanti
voli internazionali.
Phnom Penh è la capitale della Cambogia, ma non la rappresenta al meglio: sporca, caotica e costosa per i turisti
(relativamente al resto del paese, ovviamente).
In compenso, il mercato centrale è caratteristico, il lungofiume piacevole, e il palazzo reale davvero elegante.
Il Wat Phnom, in cima a una bassa collina, è una piccola oasi di pace in centro città. Un pomeriggio e una sera sono
stati per noi sufficienti per apprezzare Phnom Penh.
Per spostarci da Phnom Penh a Siem Reap, avevamo deciso di noleggiare un'auto con autista per 3 giorni.
Ciò ci ha permesso di vedere alcune delle destinazioni più belle e meno turistiche della Cambogia senza perdere
tempo in complicati spostamenti - anche se pure gli autobus cambogiani sono abbastanza puntuali.
Insomma, l'auto costa di più, ma se si conta il tempo risparmiato in realtà può convenire.
Poi il nostro Ben (che ci ha chiesto 90 dollari al giorno) era bravissimo!
La prima tappa è stata il mercato degli insetti di Skuon. Il mercatino è pittoresco seppur turistico,
e comunque i cambogiani mangiano volentieri gli insetti fritti come gustosi snack. Seconda meta, sulla strada
per Kampong Cham, il bel tempio di Phnom Pros. In questo tempio non abbiamo visto turisti, ma, in compenso,
numerose scimmie. Questa collina in mezzo al verde è molto caratteristica, considerando anche che c'è una scuola
per monaci buddhisti e, vicino, il tempio di Phnom Srei.
Anche il tempio di Wat Nokor, nello stile di quelli Angkor, è stato estremamente affascinante, senza turisti, senza scimmie, ma con mucche che pascolavano
attorno. All'interno del tempio antico in pietra è stato costruito un luccicante tempio più moderno.
Per pranzo, ci siamo fermati a Kampong Cham. Anche questa cittadina al di fuori delle rotte turistiche merita
di essere inserita in un itinerario di viaggio in Cambogia perché davvero pittoresca, soprattutto nel suo grande mercato, il
più autentico incontrato nella nostra vacanza. Qui abbiamo mangiato anche i noodles più buoni del viaggio, saporitissimi,
al prezzo di due dollari incluso un gigantesco cocco da bere.
A Kampong Cham l'attrazione principale è il ponte di bamboo che ogni anno viene costruito all'inizio della
stagione secca per attraversare il Mekong fino all'isola di Koh Paen e poi distrutto dalla piena del fiume nella
stagione delle piogge.
Una volta era l'unico modo per arrivare sull'isola, ma da qualche anno è stato costruito
più a valle un indistruttibile ponte in calcestruzzo, quindi il ponte di bamboo ha perso importanza ed è pure
più stretto di una volta... ma sempre affascinante!
Dopo avere saltellato sul ponte per provarne la resistenza siamo andati a Kratie (a circa due ore d'auto
da Kampong Cham, risalendo lungo il Mekong) dove siamo arrivati in tempo per un breve giro al mercato e,
soprattutto, per goderci il tramonto dal bel lungofiume.
Una nota sulle cene: abbiamo sempre mangiato bene durante il nostro viaggio, soddisfatti delle zuppe piene di coriandolo o delle carni
condite da saporite salse come il lok lak e l'amok... deliziose!
Il giorno dopo abbiamo fatto una discesa in canoa lungo il gigantesco Mekong, in modo da ammirare anche i delfini Irrawaddy,
delfini d'acqua dolce a rischio estinzione. Questa gita in kayak è stata uno dei momenti più belli del viaggio, tra anse
alberi e isolette da cui tuffarsi nella stagione secca (mentre nella stagione delle piogge le acque del Mekong salgono anche di
15 metri, sommergendo tutto).
Dei delfini Irrawaddy abbiamo potuto vedere solo i dorsi e le pinne, e le foto fanno schifo, ma di persona è stato emozionante,
anche perché erano parecchi attorno a noi.
Nel pomeriggio, invece, da Kratie abbiamo preso una barchetta scassata per l'isola di Koh Trong, in mezzo al Mekong, dove abbiamo
noleggiato una bici. La stradina che percorre il periplo dell'isoletta è lunga una decina di chilometri.
Non molto, ma a Koh Trong va dedicata almeno
qualche ora per ammirare l'affascinante vita rurale, il villaggio galleggiante e l'atmosfera felice del posto.
Dopo una lunga giornata, il nostro buon autista ci ha portati a dormire a Kampong Cham, dove abbiamo mangiato dell'ottimo
amok e dell'eccellente lok lak (in sintesi, carne, verdure e salse deliziose non ben identificate).
Il giorno successivo siamo andati a Kampong Khleang, sulla strada per Siem Reap. Questo villaggio su palafitte - anzi,
una vera e propria città di quasi 15000 abitanti - è clamoroso e deve essere assolutamente visitato nel corso di una vacanza in Cambogia.
Kampong Khleang si trova sul lago Tonle Sap, che nella stagione delle piogge
sale di livello di svariati metri.
La gente vive di pesca e di agricoltura, ma c'è pure un allevamento di coccodrilli gestito
da una famigliola carinissima!
Le palafitte sono solo uno dei modi per convivere con le piene del lago. L'altro sono le case galleggianti.
Kampong Khleang è uno dei vari villaggi galleggianti sul grande lago Tonle Sap, probabilmente quello con le palafitte più alte e sorprendenti.
I turisti da Siem Reap vanno a visitare i villaggi più grandi vicini alla città, mentre Kampong Khleang è meno frequentato dai tour.
Infine, dopo 3 giorni intensi ed emozionanti, l'autista Ben ci ha portati a Siem Reap, tappa finale del nostro itinerario di viaggio con lui.
Siem Reap è un altro mondo rispetto al resto della Cambogia. Città organizzata per il turismo, piena di hotel, agenzie, bar
e ristoranti, conserva comunque il suo fascino grazie ai mercati (diurno e notturno) e ad alcuni templi coi loro parchi.
A Siem Reap si va ovviamente per visitare i templi di Angkor, che per molti è l'unica tappa del loro viaggio in Cambogia, o
comunque quella attorno a cui ruota il loro itinerario.
Per vedere Angkor si può optare per bici, scooter, tuk-tuk,
taxi o pullman organizzati. Il biglietto di ingresso costa 37 dollari per un giorno o 62 per 3 giorni, e ovviamente
a mio avviso due giorni è il tempo giusto da dedicare ai templi, e ora vi spiego perché.
Il nucleo principale dei templi si trova attorno ad Angkor Wat, ad appena 6 km da Siem Reap, e può benissimo essere girato in
bici come abbiamo fatto noi. Questo aggiunge anche divertimento a una giornata pesantamente turistica. L'alba dalla "Reflecting Pool"
è strepitosa (su maps.me trovate tutte le indicazioni per navigare al meglio per i templi e non sedervi ad ammirare
l'alba dallo specchio d'acqua sbagliato, come stavano facendo diversi turisti). Poi ci si può muovere tra i templi del
Piccolo Circuito. I più famosi sono Bayon e Ta Phrom (quello di Tomb Raider con Angelina Jolie, che io non ho mai
visto e che non penso sia poi sto capolavoro del cinema, ma dappertutto c'è scritto così).
I templi hanno circa 1000 anni (secolo più, secolo meno! a seconda dei re khmer che li commissionarono) e sono notevoli
per l'imponenza (soprattutto Angkor Wat), per i bassorilievi e le sculture (soprattutto Bayon) e per la natura travolgente
(gli alberi che crescono sui muri di Ta Phrom e in generale, tutto il contesto). Spostarsi nei templi meno famosi è un buon modo
per godere di Angkor con meno turisti. Consiglio ai viaggiatori anche il tempio di Preah Kahn e, in generale, di
visitare Bayon e Ta Phrom all'ora di pranzo, quando c'è un po' meno gente. Nella zona dei templi è possibile pranzare
a prezzi non eccessivi se si va nei baracchini, mentre i ristoranti da occidentali costano il triplo che in città.
Insomma, anche girando in bici (5 dollari il noleggio di una mountain bike), in un giorno intenso ad Angkor si
possono visitare un bel po' di templi del Circuito Piccolo. Il secondo giorno invece è consigliato prendere un tuk-tuk o
un'auto con autista per visitare i templi più lontani, come Phnom Bok, dove eravamo soli al tramonto, e quello
davvero affascinante, di Banteay Srei.
Noi abbiamo pagato 45 dollari per una giornata di taxi e l'autista ci ha portati anche a qualche tempio sulla strada che
non ricordo e Kbal Spean, il fiume dei mille Linga, dove si
fa una bella camminata nella natura selvaggia, ma questi Linga (bassorilievi nella roccia) non sono 1000 e non sono nemmeno niente di che,
e anche il fiume non è un fiume nella stagione secca.
Trascorrere tre giorni tra i templi di Angkor ha senso nei seguenti casi:
- Volete girare solo per poche ore al giorno;
- Vedere più templi possibile è il vostro strano scopo nella vita;
- Non avete proprio niente da fare.
Non fraintendetemi: i templi sono molto affascinanti, direi quasi clamorosamente belli. Ma passarci tanti giorni
diventa un modo iperturistico per scattare foto "doverose" che poi in realtà una volta tornati a casa saranno tutte uguali.
D'altro canto, a noi è piaciuto parecchio avventurarci a cercare angoli nascosti e a scattare foto stupide in giro.
Quindi, ecco la (mia) conclusione: se vi piace viaggiare e non avete tempo infinito, due giorni è il tempo giusto da dedicare ai templi
di Angkor. Poi è meglio dedicarsi alle parti più rustiche e meno turistiche della Cambogia.
Da Siem Reap abbiamo poi preso un pullman per Trat, in Thailandia. Il pullman si è rotto di fianco a una mandria di bufali che
si rotolavano nel fango e il posto di confine di Poipet è un luogo losco pieno di casinò, ma alla fine così abbiamo lasciato la Cambogia...
Un paese che ci ha affascinato moltissimo, e di cui la zona di Kratie e Kampong Cham è quella che consigliamo più di ogni altra.
Ah, la Cambogia ha anche lunghe coste e alcune isole affascinanti. Noi però siamo andati a goderci il mare
subito oltre confine, a Koh Kood, che è strepitosa, come potete leggere qui! Koh Kood è
una delle isole più belle della Thailandia, a pochi chilometri dal confine con la rustica Cambogia.
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