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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Per il nostro viaggio in Kirghizistan avevamo prenotato il volo per Bishkek, optando per lo comodo scalo a Istanbul
piuttosto che a Mosca per evitare il problema del visto. Avevamo inoltre noleggiato una jeep via internet.
Per il resto, come sempre, andavo all'avventura senza altre prenotazioni.
Ritirammo l'auto a nolo al Manas Airport di Bishkek e partimmo verso Suusamyr. Ci dirigemmo verso il lago
Song Kul (Kul vuol dire lago). Fu un viaggio lungo, di quasi tutta la giornata,
ma attraverso paesaggi clamorosi. L'auto noleggiata si comportò benissimo.
Suusamyr è un villaggio tranquillo, dove c'imbattemmo in una processione su una collina.
Trovare un bancomat o un cambio fu impossibile per 200 chilometri, ma risolvemmo a Caek,
dove potemmo così pranzare con montone e verdure e tè caldo - un classico per il Kirghizistan.
Un'impervia strada sterrata ci portò finalmente al Song Kul, meta del nostro primo intensissimo giorno di viaggio in Kirghizistan.
Questo lago a 3000 metri di quota è circondato da prati verdi
su cui corrono i cavalli e da montagne incontaminate.
I pastori, qui, alloggiano nelle yurte, le tipiche tende dell'Asia Centrale, che si montano facilmente all'inizio della stagione estiva, quando si scioglie la neve.
Tra le yurte dei pastori, alcune sono adibite all'utilizzo per i pochi viaggiatori.
Per il resto, ci sono mucche, cavalli e pecore.
Il mattino dopo facemmo un giro a cavallo, da turisti in cerca di esperienza tipiche, poi ripartimmo sulla più comoda jeep
seguendo bellissime strade sterrate tra le montagne. Proseguendo nel nostro itinerario di viaggio verso Issyk Kul, arrivammo a Kockor e, poco dopo, al lago di Orto Tokoy.
Camminammo verso la riva del lago e incontrammo dei cammelli, cui scattammo mille foto perché non ci aspettavamo di vederli in Kirghizistan.
Quando arrivammo sull'enorme lago Issyk Kul iniziammo a percorrere la strada che lo costeggia a sud.
Prendemmo presto uno sterrato frequentato da turisti russi verso Kyzyl Tuu, con cui
arrivammo al Salty Lake, o Solenoye Ozero, un lago salato. Era un piccolissimo Mar Morto kirghizo dove si poteva nuotare e fare fanghi
a poche centinaia di metri dall'Issyk Kul.
Sul Solenoye Ozero ci sono delle yurte dove mangiare pesce di lago. Guidammo poi fino a Bokonbaev, dove trovammo
un'economicissima sistemazione (come in tutto il resto della vacanza).
Da Bokonbaev prendemmo uno sterrato che s'inoltrava in una
valle verde tra le montagne; visitammo un cimitero islamico (gli abitanti del Kirghizistan sono
per lo più musulmani, ma in modo blando).
Raggiungemmo quindi il "Birds of Prey Festival" organizzato qui ogni anno ad agosto dal CBT, l'ente del turismo kirghizo. Questo festival
mostra ai viaggiatori tutte le peculiarità delle tradizioni del Kirghizistan. Rispetto al resto del paese, fu
una manifestazione turistica, ma assai fotogenica, con giochi e cibo tipicamente
kirghizi.
Furono particolarmente interessanti i giochi coi cavalli, come
il wrestling e il kokboru. In quest'ultimo due squadre di uomini a cavallo si litigano una capra morta. Tale sport è diffuso anche in altri paesi dell'Asia centrale
(in Afghanistan col più noto nome di Buzkashi) e assistere a una partita è stato uno dei momenti più caratteristici del nostro itinerario
di viaggio in Kirghizistan!
Lasciammo il festival di Bokonbaev e ci dirigemmo verso lo Skazka canyon, o Fairy Tale Canyon per i viaggiatori stranieri (questi slanci anglofoni sul lago Issyk Kul
dimostrano le serie intenzioni di apertura al turismo). C'incamminammo tra i pinnacoli colorati dello Skazka, e fu meraviglioso!
Lasciammo lo Skazka Canyon nel tardo pomeriggio e andammo a Karakol, meta interessante per il suo mercato degli animali.
Il mattino dopo ci svegliammo quindi all'alba per ammirare migliaia di pastori con Lada o furgoncini scassati che vendevano, compravano
o scambiavano mucche, pecore, tori, capre, e cavalli. Davvero spettacolare il mercato degli animali di Karakol, che si svolge tutte le domeniche.
Continuammo il nostro itinerario andando verso Altyn Arashan, una minuscola località di montagna in una valle sopra Karakol.
Parcheggiammo la jeep in un posto sicuro e in marshrutka (il bus kirghizo),
ci dirigemmo ad Ak-Suu e da lì camminammo sotto la pioggia fino ad Altyn Arashan.
La camminata richiede circa cinque ore, ma nell'ultimo tratto fummo accompagnati da un camioncino 4x4 sovietico, tra i pochi mezzi in grado
di cavarsela in quelle condizioni.
Altyn Arashan si trova a circa 2500 metri di quota: ci sono poche yurte e casette di legno, ma anche
delle pozze termali, in cui ci scaldammo.
Nelle terme e nelle poche guesthouse si fermano i pochi turisti, in genere appassionati di escursionismo o alpinismo.
Il giorno dopo il sole tornò a splendere, come ci si aspetta da un viaggio in Kirghizistan in estate. Tra i vari itinerari di trekking di più giorni,
noi dovemmo ovviamente optare per qualcosa di più breve, perché la sera volevamo rientrare a Karakol. C'incamminammo così lungo la splendida valle
di Altyn Arashan, tra fiumi, cascate, cavalli che correvano liberi e ghiacciai sullo sfondo. Che escursione meravigliosa!
Rientrati ad Altyn Arashan, scendemmo ad Ak Suu su due cavalli disobbedienti, il momento più doloroso del nostro itinerario di viaggio,
soprattutto per le parti intime sullo sconnesso sentiero, ma fu divertente!
Ad Ak Suu trovammo subito la marshrutka 350 con cui tornammo a Karakol e alla nostra jeep, con cui guidammo fino alla valle di Karkara,
dove c'è un posto di confine (aperto solo d'estate) tra Kirghizistan e Kazakistan. La strada era un avventuroso sterrato in verdi paesaggi bucolici.
In qualche ora arrivammo alla dogana, un posto di blocco in mezzo
al nulla: i poliziotti del Kirghizistan e quelli del Kazakistan ci controllare senza farci troppi problemi e da lì...
il nostro itinerario di viaggio continuò in Kazakistan!
Per tante altre foto del Kirghizistan, cliccate sulle immagini della fotogallery:
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