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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Questa è la continuazione di un lungo viaggio in Sud America.
Se non le avete ancora lette, date un'occhiate alle informazioni di viaggio e alla mappa
dell'itinerario completo qui: www.wildtrips.net/cile-argentina.htm.
Qua sotto trovate una lunga serie di foto intervallata all'appassionante diario di viaggio.
Terminato il nostro itinerario di viaggio tra Atacama
e il Cile Centrale, con l'arrivo in Patagonia ci sembrò d’iniziare un’altra vacanza.
Atterrammo all’una del pomeriggio a Punta Arenas, la grande città più a sud del Cile, e ci recammo subito da Europcar per ritirare l’auto a nolo
prenotata su internet attraverso l’agenzia cilena Lys rent a car. Incredibilmente, però, la nostra prenotazione
risultava inesistente. Andreas Gabor, il proprietario di Lys, non era rintracciabile. In più, sembrava che
non ci fossero altre auto disponibili. Insomma, temevamo d’essere stati truffati e sicuramente eravamo a piedi.
Il nostro viaggio patagonico partiva alla grande.
Nell’inefficienza generale, devo però dire che sia l’addetto di Europcar sia Lys (quando finalmente ci rispose 15 giorni dopo)
furono molto gentili. In qualche modo, Europcar ci trovò alla fine un’altra auto e ci mettemmo per strada.
Non capiremo mai cosa accadde,
ma tutto si concluse bene e in seguito fummo rimborsati della prenotazione scomparsa.
Non me la sento di consigliare Lys perché un’agenzia che, in caso di problemi, risponda con 15 giorni
di ritardo non è molto affidabile… ma Andreas Gabor risultò quantomeno una persona onesta, che non è poco al giorno d'oggi.
Da Punta Arenas guidammo alla pinguinera sul seno di Otway.
Vedemmo una trentina di pinguini in un bel paesaggio molto patagonico.
L’ingresso alla pinguinera è relativamente costoso (8000 pesos a testa), ma accettabile soprattutto se,
come successe a noi, si capita lì durante il cambio turno e non c’è nessuno a cui pagare il biglietto.
Dalla pinguinera, oltre due ore d’auto attraverso bei paesaggi sconfinati ci portarono a Puerto Natales.
Qui impiegammo almeno mezz’ora per trovare una doppia con bagno come piaceva a noi
(alcuni ostelli incredibilmente erano chiusi perché era il primo dell’anno), ma alla fine,
per 32000 pesos inclusa un’abbondante colazione, ci sistemammo in una bella locanda.
Il giorno dopo, in un paio d'ore d'auto, raggiungemmo il parco naturale di Torres del Paine.
Avemmo la fortuna di trovare una giornata splendida e i panorami erano mozzafiato.
Iniziando dalla Laguna Amarga, percorremmo in auto le strade sterrate del parco
fino al campeggio Grey, fermandoci in diversi punti panoramici per compiere delle brevi camminate.
Lungo l’itinerario ammirammo centinaia di guanachi, armadilli e nandù (una specie di struzzo).
La passeggiata più lunga e spettacolare, di un paio d’ore tra andata e ritorno,
fu quella che partiva dal Salto Grande e arrivava a un memorabile punto panoramico sul lago Nordeskjold.
Da ricordare anche una bella camminata sul Lago Grey: il parco del Torres del Paine è ricchissimo di itinerari di trekking.
Lasciammo il parco attraverso una nuova strada che parte dal Rio Serrano, taglia parecchi chilometri
e passa anche sotto la Cueva del Milodon (di cui ci accontentammo di una vista da lontano).
Rientrammo a Puerto Natales per ritirare dalla sede locale di Europcar i permessi per l’espatrio in Argentina.
Tra i percordi d’escursionismo notevoli ci sono il circuito “W”, così chiamato per il suo percorso a W tra le valli,
e quello completo attorno alle torri: entrambi permettono di camminare per giorni in paesaggi spettacolari,
dormendo in rifugi attrezzati. Ovviamente ci vuole una vacanza lunga tra Patagonia cilena e argentina.
Con un trekking in giornata si può andare al ghiacciaio Grey, raggiungendo il punto di partenza col traghetto
(costo a partire da 70 euro a testa);
oppure fino al laghetto glaciale alla base delle Torri del Paine.
Visto che pioveva, come spesso accade nel sud del Cile, percorremmo invece 400 km in auto per andare in Argentina,
a El Chalten (meta che fino a quel momento non avevamo considerata nel nostro itinerario di viaggio in Patagonia perché troppo lontana,
ma lì le previsioni davano sole!).
Paesaggi splendidi, nessun problema alla dogana tra Cile e Argentina,
tra Patagonia di qua e Patagonia di là.
L’ultimo tratto di strada per El Chalten correva lungo il lago Viedma mentre di fronte a noi spiccava il monte Fitz Roy.
El Chalten è un piccolo paese dove alloggiano soprattutto escursionisti e arrampicatori.
Facemmo così un bel trekking patagonico, ammirando le vette del Fitz Roy e del Cerro Torre.
La nostra meta era la base dell'imponente Cerro Torre, monte granitico che rappresenta una delle imprese alpinistiche più difficili al mondo.
Dopo dieci chilometri di camminata attraverso bellissimi paesaggi montani, arrivammo alla Laguna Torre,
un lago glaciale con piccoli iceberg.
Da solo, continuai verso il Mirador Maestri, posizionato giusto sopra il ghiacciaio che formava la Laguna.
Il vento, che due chilometri più a valle quasi non si sentiva, raggiungeva lì delle velocità folli:
si stentava a camminare contro le raffiche, e quando queste mi prendevano rischiavo d’essere scaraventato a terra.
Imprecai gentilmente contro Eolo, che girò la colpa a Dio, che al momento era impegnato e
per quel vento non poteva fare nulla. Poco male, per carità, ero pur sempre in vacanza.
Non so se raggiunsi il Mirador perché il sentiero si perdeva in una pietraia senza tracce,
ma sicuramente arrivai in un bel punto panoramico sopra il ghiacciaio. Nel frattempo velocissime nuvole coprirono la vetta del Cerro Torre.
Rientrai alla laguna, e da lì tornammo indietro scappando dal brutto tempo, che comunque, si fermò tra le montagne.
Arrivati a El Chalten, riprendemmo l’auto e ci dirigemmo verso El Calafate.
Costeggiando il Lago Argentino arrivammo in un paio d'ore. El Calafate è il centro principale del turismo patagonico,
pieno zeppo di alberghi, ristoranti e negozi, una metropoli in confronto a El Chalten.
Trovammo una camera doppia nell’enorme ed economico Calafate Hostel – se non trovate posto lì, siete nei guai.
In Argentina nel 2015 il cambio ufficiale era di 10 dollari argentini per un euro, ma la valuta locale aveva così poco valore
che al mercato nero (semplicemente nei negozi o negli hotel) venivano offerti 15 dollari argentini per un euro.
Insomma, cambiando contanti anziché ritirando nelle banche si poteva pagare appena 20 euro una camera di albergo da 300 dollari argentini,
o, per fare un altro esempio, appena 70 centesimi di euro per un litro di benzina. Una vera fortuna.
I ristoranti di El Calafate, invece, avevano prezzi inflazionati dal turismo, ma
a cena non ci facemmo mancare un pantagruelico Asado patagonico.
Il giorno seguente ci svegliammo presto per visitare il celebre Perito Moreno, in agilità.
Arrivammo alle 9 e non c’era ancora quasi nessuno. Pagammo i nostri 235 dollari argentini a testa e
guidammo fino al punto più alto della strada, dai Mirador, per poi scendere alle comode passerelle che permettono
d'ammirare il grandioso ghiacciaio del Perito Moreno.
Una delle sette meraviglie del mondo, un must in ogni itinerario di viaggio in Patagonia, seppur, dal mio punto di vista,
meno emozionante di una camminata a Torres del Paine o
nel Parque Nacional Los Glaciares (quello di Fitz Roy e Cerro Torre). Sarà l’atmosfera turistica, saranno le comode passerelle,
ma al Perito Moreno c’è meno senso d’immersione nella natura, meno avventura. E’ vero però che la vista era meravigliosa e si possono
anche compiere costose escursioni guidate per camminare sul ghiacciaio, tra i crepacci blu, in un ambiente unico.
Da El Calafate andammo a Rio Gallegos, per uscire dagli itinerari più battuti, attraversando
l'affascinante e ventosa, e a lungo andare anche piatta e monotona, pampa argentina.
Rio Gallegos è una città commerciale, non attraente per un turista.
Da lì attraversammo il confine col Cile e ci dirigemmo verso la nostra meta successiva,
il parco Pali Aike, un luogo strano, fatto di crateri, rocce laviche, lagune e guanachi sparsi su praterie erbose.
Meritava una visita, ma Pali Aike non doveva certo essere al centro di un viaggio in Patagonia:
Torres del Paine, Fitz Roy, Perito Moreno... sono molto meglio!
Continuando lungo la strada che dal confine argentino porta a Punta Arenas, incontrammo il burrascoso Stretto di Magellano,
che collega Oceano Pacifico e Atlantico e la cui vista fu affascinante, oltre che fondamentale in
un itinerario di viaggio nel Sud della Patagonia.
Arrivammo quindi a Punta Arenas, moderna città commerciale e turistica piena di bar, ristoranti, negozi, bei palazzi, piazze alberate e un lungomare
affascinante su cui ammirammo un arcobaleno.
Cenammo con pesce, granchio e altri tipici prodotti del posto.
La nostra vacanza in Patagonia si concluse col volo da Punta Arenas a Santiago.
Per l'ultima parte del diario di questo viaggio sudamericano, tornate al Cile Centrale.
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